|
|
|
COMUNE DI
CALTABELLOTTA
(AG)
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Sicilian
mama
- 22 Aprile 2006 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
da Wikimedia Commons |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Centro agricolo (Comune di 123,58 Km2 con 5300 abitanti), 90 Km a
Nord-Ovest del capoluogo, a 949 metri s.l.m. è addossato ad anfiteatro ad una rocca
dolomitica (949 m.), su cui sorgeva l'antico castello. Il territorio, che si sviluppa
nella bassa valle del fiume Verdura, è pedologicamente caratterizzato da suoli bruni,
lisciviati e regosuoli.
Zona sismica di seconda categoria.
Centro prevalentemente agricolo e zootecnico. Non manca una attività
artigianale, piccolo industriale ed estrattiva da cave di pietra e sabbia.
|
|
Caltabellotta |
|
|
|
|
|
|
|
Notizie storiche |
|
Beni monumentali |
|
Caltabellotta
sorge a 950 metri d'altezza, protetta da alte rupi nelle quali in epoca preistorica sono
state scavate necropoli a grotticella. Importanti ritrovamenti archeologici sono stati
rinvenuti in una vasta necropoli del periodo greco e preromanico. Sulla base di queste
preesistenze si è voluto localizzare , pur mancando prove certe, lantica Camycus,
la città del leggendario re sicano Cocalo; sembra indubbio invece che l'attuale paese
coincide con l'acropoli dell'antica TrioKala, capitale degli schiavi nella seconda guerra
servile (104-101 a.C.). La città il cui abitato si estendeva nella vallata sottostante
fra Sant'Anna, frazione di Caltabellotta, e la contrada Troccoli, venne distrutta dai
Romani.
Lattuale centro, sede vescovile fino all'invasione degli Arabi,
nell'837, è sorto intorno al castello saraceno. Gli Arabi denominarono labitato
Kalat al Ballut, ovvero Rocca delle querce.
Nel 1090 fu conquistata dal conte Ruggero, che edificò un castello sulla
rupe detta appunto monte Castello. Il 19 aprile 1302 fu firmata proprio a Caltabellotta la
pace fra Federico II d'Aragona e Carlo di Valois, che decretava la fine della guerra del
Vespro e la concessione del regno di Sicilia agli Aragonesi.
Caltabellotta dapprima fu Città demaniale, quindi venne assegnata nel
1336 a Raimondo Peralta, nel 1453 ne entrarono in possesso i Conti Luna, poi i Moncada, e
successivamente passò sotto la giurisdizione di Giuseppe Alvarez de Toledo.
L'impianto originario medioevale occupa la sommità del Centro storico. Le
successive espansioni e modificazioni cinquecentesche e settecentesche, occupano le
pendici del monte seguendo l'orografia del sito. Si vengono a formare una serie di piccoli
slarghi sui quali si affacciano le architetture emergenti.
|
|
Cattedrale Assunta, Chiesa S.ta Maria Valverde,
Chiesa S. Lorenzo, Chiesa del Crmine,
Chiesa S.tAgostino, Chiesa ex Convento, Cappuccini,
Chiesa di S. Sebastiano, Chiesa del SS. Salvatore, Chiesa S. Maria dellItria,
Chiesa della Badia, Convento S. Agostino, Chiesa Madre Beata Vergine Assunta,
Chiesa del Collegio,
Chiesa di S. Agostino,
Chiesa di S. Lorenzo,
Cappella della Pietà,
Chiesa del Carmine,
Palazzo Municipale,
Palazzo Barone Bona, Casa Vita,
Casa Caruso. |
|
ITINERARI CONSIGLIATI
Il nucleo più antico della città, detto Terravecchia, è ubicato attorno
al pianoro panoramico della Matrice, dominato dalla rupe coi resti della fortezza di
Castelvecchio. La Chiesa Madre, con un bel portale ogivale, è stata fondata ancora prima
del conte Ruggero. E dedicata a Maria Santissima Assunta. Accanto alla Chiesa,
massiccio corpo a se stante, è la torre campanaria quadrata, forse risalente al periodo
arabo. All'interno della Matrice sono custodite pregevoli statue cinquecentesche di
Giacomo e Fazio Gagini e un fonte battesimale con bassorilievi e iscrizioni del XIII-XIV
secolo.
Interessanti le chiese, e in particolare, la chiesetta di S. Salvatore
(bello il portale ogivale ornato da correnti geometrici); la chiesa di S. Francesco di
Paola, del secolo XII (sul portale gotico è posto lo stemma di Ruggero); la chiesetta di
S. Maria della Pietà, in parte scavata nella roccia.
Al centro del paese, in piazza Umberto I, prospettano il palazzo del
Municipio e la Chiesa del Carmine, del secolo XVI che custodisce la statua della Madonna
delle Grazie di Antonello Gagini, del 1534.
Ai piedi della rupe Gogàla è
ubicata la Chiesa di S. Agostino, esistente già nel 1335, che conserva al suo interno un
grande gruppo di terracotta policroma raffigurante la Deposizione, opera eseguita
nel 1552 da Antonino Ferraro , proveniente da Giuliana (palermo).
Nei dintorni si possono ammirare le costruzioni del Convento di San
Pellegrino, primo vescovo di Triocala. Il grande complesso è addossato alla roccia della
rupe Gollega. La Chiesa risale al secolo XVII, presenta un prospetto elegante, con un
portale cinto da colonne e figure in bassorilievo, sormontato da un ovale con la figura
del Santo. Nei pressi della Chiesa si può raggiungere le due profonde grotte sovrapposte,
dove la tradizione tramanda che vi abbia dimorato S. Pellegrino. |
|
|