COMUNE DI

C
ANICATTI' (AG)

   
 
 
     
 
Canicatti_Teatro_Sociale
 
     
 

26 Gennaio 2007

 
     
     
     
     
     
  da Wikimedia Commons  
     


Centro agricolo industriale (Comune di 91,42 Km2 con 32000 abitanti), 35 Km a Nord-Est del capoluogo, a 465 metri s.l.m. alla sinistra del fiume Naro, sui rilievi collinari compresi tra i fiumi Platani e Salso, nell'alta valle del fiume Naro.

E' posto in una zona di calcare solfifero, caratterizzata pedologicamente da vertisuoli, suoli bruni lisciviati e regosuoli.

Sotto il profilo economico Canicattì é uno dei centri più attivi della provincia. E' disposto ad anfiteatro in una fertile zona coltivata a vite (ricordiamo la famosa Uva Italia), cereali, frutta soprattutto mandorli e olivi. Infatti il maggior reddito proviene ancora dall'agricoltura, nonché dalla zootecnia e dall'artigianato.

Canicattì può anche contare su una discreta attività creditizia ed industriale (industrie estrattive dei minerali di zolfo, industrie del legno, alimentari e delle calzature).

 

    Canicattì    
     

HOTELS

Notizie storiche Beni monumentali

Resti di età romana nel territorio circostante ne testimoniano l'antica origine. In età araba raggiunse una sicura floridezza. Sotto gli arabi acquisì il suo nome, che deriverebbe da al-Qatah, a testimonianza della presenza di una fortificazione.

Conquistato nel 1082 dai Normanni, il borgo si espanse in epoche successive, specialmente nella seconda metà del XV secolo. Fu feudo baronale dei Palmeri nel 1408 e in seguito fu acquistato da Andrea di Crescenzio di Agrigento nel 1453, il quale ebbe la facoltà di ampliare i confini dell'antico casale nel 1467. La nipote di Andrea, Raimonda, andò in sposa a Calogero Bonanno di Caltagirone, la cui famiglia manterrà il possesso di Canicattì dal 1507 fino alla prima metà del sec. XIX, quando fu ceduto ad enfiteusi perpetua al Barone Bernando Chiaramonte.

Oggi permane l'impianto trecentesco nella parte alta, definito da maglia radiocentrica, con comparti abitativi irregolari, prevalentemente a corte. Nella parte a valle (intorno all'attuale piazza Dante) impianto assume l'andamento a scacchiera seicentesco. Sono leggibili interventi del '500, del '700 e dell'800.

 

Chiesa Madre S. Pancrazio,
Chiesa dello Spirito S.to,
Chiesa del Purgatorio, Chiesa S. Giuseppe, Chiesa S. Francesco, Chiesa S. Diego, Chiesa S. Biagio, Convento dei Cappuccini,
Chiesa di S. Angela Orsolina,
Chiesa di S. Domenico, Chiesa S. Lucia,
Chiesa di S. Nicolò, Palazzo Gangitano, Palazzo La Lumia, Chiesa di S. Filippo e di S. Giacomo (Badia), Chiesa del Carmine, Palazzo Caramassa, Chiesa di S. Eduardo, Convento della Badia, Convento dei minori Osservanti.

 

ITINERARI CONSIGLIATI

Il Centro si presenta con un prevalente carattere barocco, rappresentato in gran parte dalle numerose Chiese cittadine.

Ricordiamo la Chiesa Madre, dedicata a San Pancrazio, edificata nel settecento, ma con rifacimenti successivi (la facciata fu realizzata da Ernesto Basile nel 1908); la Chiesa di San Diego lungo il Corso Umberto; la settecentesca Chiesa del Purgatorio; San Francesco (con opere d’arte all’interno); dello Spirito Santo del 1633, che all'interno conserva una Madonna di scuola gaginesca.

Da menzionare anche la Chiesa della Madonna della Rocca, annessa al Convento dei Cappuccini (con un bel chiostro), nella quale si trovano le spoglie mortali di padre Gioacchino La Lumia, venerato Cappuccino morto nel 1905, la cui statua orna la Piazza IV Novembre.

Da vedere anche la seicentesca Fontana del Nettuno.