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COMUNE DI
CASTELTERMINI
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Casteltermini, Eremo di Santa
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Mattaurizio
- 22 Maggio 2006 |
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da Wikimedia Commons |
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Centro
(Comune di 99,51 Km2 con 10000 abitanti), 39 Km a Nord del capoluogo, a 554
metri s.l.m. Il centro si adagia lungo un crinale dei monti Sicani che volge verso la
valle del fiume Platani, alle falde orientali del Pizzo S. Croce.
E' posto su di una sella calcaro-solfifera di regosuoli da rocce argillose.
Zona sismica di seconda categoria.All'economia originaria basata sulle attività
primarie dell'agricoltura (seminativo arborato, legumi, olive per olio e uva) e
dell'estrazione dello zolfo, si sono aggiunte le attività industriali, a valle, che
lavorano i sali minerali di salgemma. Buono l'artigianato, dedito alla lavorazione del
marmo, legno, ferro. Le industrie operano nel settore della molitura dei cereali e nella
produzione edilizia.
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Casteltermini |
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Notizie storiche |
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Beni monumentali |
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Il primo nucleo
originario è probabilmente il casale arabo denominato Chiudia. Ma l'attuale
abitato venne fondato nella prima metà del XVII secolo, probabilmente nel 1629 da
Vincenzo Maria Termini. In seguito il Centro passò ai principi di Castelvetrano e poi al
duca di Monteleone. L'impianto originario è seicentesco, con l'asse principale
costituito da Corso Umberto I, su cui affaccia la Chiesa Madre; due chiese chiudono
simmetricamente i punti focali alle due estremità dell'asse: quella di S. Giuseppe e
quella di S. Antonio.
Oltre l'area con disegno a scacchiera, definita dall'asse, il rimanente tessuto minore
ha comparti irregolari di media estensione.
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Chiesa
Madre di Maria SS. Annunziata, Chiesa S. Giuseppe, Chiesa di Gesù e Maria,
Chiesa S. Francesco dAssisi,
Chiesa di S. Antonio da Padova,
Chiesa di S. Anna del Calvario,
Chiesa della Passione, Chiesa del Purgatorio, Chiesa del Carmelo, Palazzo Lo Bue, Palazzo
Pintacuda, Palazzo Petix.
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ITINERARI CONSIGLIATI
La Chiesa Madre è dedicata a San Vincenzo Ferreri, edificata unitamente
al Centro abitato nel 1629, è stata rimaneggiata più volte. Conserva all'interno opere
pittoriche di Giuseppe Velasco e scultoree di Salvatore Bagnasco.
La Chiesa di San Giuseppe, seicentesca, con opere di Salvatore Bagnasco.
Le Chiese di S. Antonio da Padova (1645) e dei Santi Cosma e Damiano
(1767), non aperte al culto.
Caratteristica la festa del Tataratà celebrata l'ultima domenica
di maggio, per ricordare le battaglie tra Arabi e Normanni. |
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