| Menfi, piazza Vittorio Emanuele |
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Il territorio è costituito da tufo calcareo, ed è pedologicamente
interessato da suoli bruni, suoli bruni lisciviati e regosuoli. Ha economia agricola (vigneti, mandorleti, frutteti, agrumeti) e zootecnica, con iniziative di piccola imprenditoria industriale relative alle industrie alimentari e del mobilio, nonché attività artigianali (ferro, ricamo, coltivazione di palme nane). Interessanti le attività pescherecce. In incremento un certo turismo stagionale.
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| Menfi | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Notizie storiche | Beni monumentali | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il nucleo originario risale all’epoca araba, quando venne realizzandosi il Borgo di Burgimilluso, accresciutosi intorno ad una fortezza di guardia saracena. La fortificazione fu riedificata sotto Federico II di Svevia. L’attuale abitato nasce dalla volontà di Diego d'Aragona-Pignatelli, che ottenendo la possibilità ad edificare, fondò il nuovo Centro nel 1638, sulle preesistenze fortificate. In seguito il feudo fu dei Tagliavia Aragona. Il 15 Gennaio 1968 Menfi è stata sconvolta dalla furia del terremoto, che ne ha danneggiato prevalentemente le emergenze architettoniche religiose e civili, come la Chiesa Madre di Sant’Antonio di Padova (secolo XVII), andata quasi interamente distrutta. Ha conservato al contrario il bel palazzo baronale dei Pignatelli. Il vecchio castello distrutto è stato inglobato nella nuova moderna costruzione, opera dell’architetto Vittorio Gregotti. L’impianto urbanistico è seicentesco, con espansioni sette-ottocentesche. Il tessuto urbano residenziale è definito da una scacchiera con comparti molto ampi a corti interne. |
Chiesa dei Cappuccini, |
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