COMUNE DI

S
AN BIAGIO PLATANI (AG)

   
 
 
     
 
San Biagio Platani
 
     
 

Sicilian mama - 22 Aprile 2006

 
     
     
     
     
     
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Centro agricolo (Comune di 42,41 Km2 con 5000 abitanti), 59 Km a Nord del capoluogo, a 416 Metri s.l.m. sulla sommità di un rilievo in prossimità della sponda destra del fiume Platani. Il territorio è costituito da gessi amorfi, saccaroidi e a grossi cristalli, associati a strati di argille bituminose; è pedologicamente interessato da regosuoli da rocce argillose. Zona sismica di seconda categoria.

Possiede una economia di tipo agricolo (cereali, olive e frutteti), zootecnico (ovini, animali da cortile, equini) e artigianale.

 

    San Biagio Platani    
       
Notizie storiche Beni monumentali

Il Centro venne fondato da Giovanni Battista Gerardi, il quale ottenne la licentia popuandi il 3 ottobre 1635, ma occorsero vari anni per la reale edificazione della cittadina; infatti i testi fanno risalire la data al 1648, riportando il nome e l'opera di Mariano Gianquercio, vero fautore della nascita del Centro.

San Biagio fu Ducato della famiglia Joppolo dal 1659. Assunse la denominazione di San Biagio Platani con regio decreto del 21 febbraio 1863.

Nell'attuale centro permane l'impianto urbanistico originario seicentesco disposto a scacchiera, definita da una crociera di due assi principali. Le espansioni del Settecento e dell'Ottocento seguono in parte la maglia regolare d'origine.

Chiesa Madre di S. Biagio,
Chiesa del Carmine.

 

ITINERARI CONSIGLIATI

Palazzo baronale in corso Umberto I.

Tra gli edifici più rappresentativi spiccano la Chiesa del Carmelo e la Chiesa Madre, dedicata a S. Biagio vescovo e martire, patrono del paese. Entrambe le Chiese risalgono al secolo XVIII.

Nel corso della Settimana Santa, il Venerdì Santo, in una cornice scenografica di grande ricchezza e singolarità, si svolge il rito della crocifissione. Con tutta probabilità questa festa si celebrava fin dai primi anni dalla fondazione del paese, se in un documento del 1766 vengono citati gli Archi pasquali delle luminarie. Gli Archi di Pasqua, alti quanto le case, sono fatti in legno rivestito da canna, ornati variamente con prodotti dei campi, pani, dolci, datteri, rami di palma, fiori ed immagini sacre. Sono preparati dalle due confraternite dei Madunnara e dei Signurara durante la notte precedente la resurrezione.Il rito prevede che il simulacro del Cristo sia portato in processione fino al Calvario di piazza del Carmine. Al tramonto il Cristo viene deposto dalla croce e accompagnato alla chiesa Madre dai fedeli che reggono in mano delle fiaccole. La Domenica di Pasqua partono contemporaneamente dalla chiesa Madre e dalla chiesa del Carmelo le processioni col Cristo Risorto e con la Madonna Addolorata avvolta in un manto nero. L'incontro tra il Figlio e la Madre, avviene sotto gli archi pasquali. Alla Madonna viene tolto il manto nero, mettendo in mostra la preziosa veste ricamata. La statua della madonna è una particolare macchinetta, in quanto è dotata di un meccanismo interno che le permette di muovere le mani.