Il
Centro si trova sulla sommità di un colle isolato nella media Valle del Platani. Insieme
al monte Castello e al pizzo dell'Aquila, costituiva un sito del tutto inaccessibile
La tendenza degli storici è quella di identificare il Centro con l'antica
città di Camycus, la mitica città sicana edificata, secondo la leggenda, per conto del
re Kokalos, da Dedalo, fuggito da Creta dov'era prigioniero di Minosse.
Indipendentemente dalle leggende, il ritrovamento di una necropoli
preistorica testimonia che il suo territorio è stato popolato sin dal secolo IX a.C.
Infatti sui fianchi ovest e sud della collina su cui sorge l'odierno abitato è scavata
una vasta necropoli a grotticelle. Nell'area più a monte sono ubicate le tombe più
importanti, come quella monumentale detta "Grotta del Principe", la maggiore
della Sicilia protostorica. La forma a tholos di queste grotte ricorda le sepolture
della civiltà micenea. La tomba è composta da una grande camera circolare del diametro
di circa 9 metri con volta a cupola, che comunica con una camera sepolcrale anch'essa a
cupola.
I corredi funerari delle tombe erano costituiti per lo più da vasi
risalenti ai secoli VIII-V. Sono state persino rinvenuti reperti preziosi, come coppe
d'oro, una delle quali, con fregio di tori, è oggi esposta al British Museum di Londra, e
due anelli-sigillo anche questi d'oro, esposti ora al Museo Archeologico di Siracusa. Come
molte altre Grotte protostoriche , anche la tomba del Principe fu adibita a chiesa
bizantina; prese infatti il nome di grotta S. Angelo, da cui il toponimo del paese.
Nell'area della necropoli vi è un'altra grotta di interesse speleologico,
poiché è attraversata da un ruscello sotterraneo.
Nel Corso del medioevo, sul Monte Castello, a 468 metri, ad ovest
dell'odierno agglomerato, venne edificato probabilmente dagli arabi il castello Moscaria.
Il primo nucleo del borgo sorse nei pressi di questo Castello saraceno e prese il nome di Muhar,
mutato successivamente in Muxaro.
Sant'Angelo Muxaro, fu feudo delle famiglie Chiaramonte, Moncada, De
Marinis, Aragona.
L'area che più si identifica con l'odierno Centro si è formata intorno
al 1516, per volere degli Aragona Pignatelli che vi trasferirono coloni grecoalbanesi di
Palazzolo Adriano, le cui tradizioni tuttavia oggi non si sono mantenute, se non per il
fatto che all'inizio del paese vi è la Chiesa della Madonna Odigitria, una volta di rito
grecoalbanese, oggi di rito cattolico con il nome di Madonna del Carmelo.
La Chiesa Madre è dedicata alla Beata Vergine Maria.
Ha impianto urbanistico tardo-trecentesco, caratterizzato da grossi
comparti a corte nella parte centrale e comparti più minuti seguenti le curve di livello
nelle aree ai margini del Centro storico.