COMUNE DI

C
ASTROREALE (ME)

 

 
 
     
 

Castroreale

 
     
 

Mac9 - 28 Ottobre 2005

 
     
     
     
   
 
 
  da Wikimedia Commons  
     


Centro agricolo-commerciale (Comune di 61, 72 Km2 con 3200 abitanti castrenzi), 54 Km a Sud-Ovest del capoluogo, a 394 metri s.l.m. nei monti Peloritani.

Il territorio comunale costituito da boschi (soprattutto noccioleti) e pascoli, è coltivato ad uliveto, seminativo, vigneto, agrumeto e orti irrigui.

 

  Castroreale    
     
Notizie storiche Beni monumentali

Le origini di Castroreale sono controverse. Secondo alcuni storici il Centro è di origine greca, sorto quando il re Artenomo, profugo, proveniente dall'Asia greca, fonda la piccola città di Artemisia, dal nome della figlia. Allorché quest’ultima va sposa ad un tale Castoreo, l’abitato di Artemisia prende il nome di Castroreale.

Altri storici vogliono identificare Castroreale con l’antica città di Krastos.

Aldilà degli antichi insediamenti nel territorio, possiamo affermare che l’odierno Centro di Castroreale nasce a partire dall’età normanno-sveva. All’epoca l’abitato originario è un semplice casale con la denominazione di Cristina o Crizzina.

Nel 1092 il feudo è dato da Ruggero I a Goffredo Borrello, unitamente alla valle di Milazzo.

Con un Privilegium Regis del 1324, Federico Il d’Aragona, per premiare la fedeltà dimostratagli da questa Terra durante la lotta contro gli Angioini, ordina la costruzione di un "castrum et fortilicium" e concede agevolazioni per popolare il territorio costituendo un insediamento stabile intorno al fortilizio ricostruito. L’intendimento è quello di creare una piazzaforte di difesa della Piana di Milazzo, a ridosso del litorale tirrenico, e di controllo delle vie interne di accesso alla catena peloritana, verso i centri fortificati della costa ionica.

Al ricostruito Castro viene aggiunto l'appellativo Reale.

Sotto Federico II il borgo è in possesso di Ferrario de Abellis, cui succede, nell'anno 1360,Vinciguerra d'Aragona che a sua volta lo vende a Raimondo de Azuar. Da quest’ultimo il feudo, nel 1408, passa a Federico Spadafora e quindi a Bartolomeo Gioieni, segretario del re. Francesco Ardoino l'ottenne per dote dai Gioieni nell'anno 1608. Nel 1650 è nei possedimenti del principe di Carini della nobile famiglia di Grua. Gli ultimi signori sono stati, nel nostro secolo, i Paratore, baroni di Tripi.

Nel corso di questi secoli, scrive Antonino Bilardo, "ottenne dai vari sovrani una serie di privilegi che le consentirono una discreta floridezza economica, alla quale certamente non fu estranea, fino alla fine del secolo XV, la presenza di una numerosa e attiva comunità ebraica. La concessione di alcuni feudi all’Università, l’istituzione di fiere e mercati, la creazione di uno scalo marittimo, le esenzioni da gabelle e balzelli, se da un lato furono il corrispettivo di quei donativi che la cittadina dovette continuamente versare alla rapace politica spagnola, dall’altro ebbero l’effetto di favorire lo sviluppo delle attività agricole, pastorali, artigianali e commerciali. Prima come capo di comarca e poi come capoluogo di Distretto, Castroreale diventa, fin oltre la metà del secolo XIX, sede di importanti uffici".

Nel 1813 Castroreale è infatti prescelto dal Parlamento a capoluogo di Distretto. Nel 1848, dopo la resa di Messina ai Borboni, è sede di Provincia.

Nella seconda metà dell’Ottocento, col venire meno delle primitive funzioni, inizia la decadenza economica del Centro e il progressivo spopolamento a favore delle aree costiere.

L’evoluzione del vasto territorio ha portato così alla costituzione di altri tre comuni autonomi: Barcellona (1815), Rodì-Milici (1947) e Terme-Vigliatore (1966).

 

Chiesa Madre dell’Assunta,
Chiesa di S. Salvatore, Chiesa di S. Agata, Chiesa S. Vito,
Chiesa S. Maria delle Grazie,
Chiesa S. Filippo Neri, Chiesa Immacolata, Chiesa S. Marina, Chiesa di Gesù e Maria,
Chiesa di S. Maria del Carmine,
Chiesa S. Maria di Gesù,
Chiesa della Candelora, Pinacoteca.

Biblioteca comunale

ITINERARI CONSIGLIATI

La festa principale di Castroreale è quella denominata del "Cristo Lungo" (U Signuri Longu), che si celebra il 23-25 agosto. Il Cristo in cartapesta (opera di un anonimo plasticatore del secolo XVII) a grandezza naturale, montato su di una croce di dodici metri,  è venerato in ricordo della liberazione dal paese dal colera del 1854. Il crocifisso è conservato nella chiesa di S. Agata dalla quale il 23 agosto raggiunge in processione la chiesa Madre dove rimane esposto alla venerazione dei fedeli, per poi fare nuovamente ritorno nella chiesa di S. Agata il 25 agosto. Emozionanti le fasi dell'uscita dalle chiese e l'inalberamento su di un apposito fercolo, manovre fatte da devoti esperti in operazioni attente e laboriose.