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Negli
atti dei censi dell'Archivio parrocchiale del Centro e in altri documenti spuri, si
trovano le denominazioni di Ficara, Ficaria, Ficare, Ficarie, che farebbero
supporre un riferimento ad un'erba medicinale delle ranuncolacee il cui nome scientifico
è Ficaria Verna Hudis , così come è altrettanto verosimile il riferimento a Ficaria
nel senso di territorio ricco di piante di fico. Altre interpretazioni (Arezzo,
Pasqualino) indicano Ficara dall'arabo Fakar traducibile in Gloriosa,
per via della fortezza famosa fin dall'epoca della dominazione araba.
Il Centro infatti, di origine incerta, sorge su di un poggio ai cui piedi
scorre il torrente Timeto o di Naso. Fa capo ad una antica fortezza esistente già in età
araba e restaurata già ai tempi di Vito DAmico (secolo XVIII). Lo stesso scrive
della Madrechiesa che è dedicata alla Vergine Annunziata, raffigurata in una statua "di
esimio lavoro e di meravigliosa bellezza, celebrata in cappella propria nel mese di
Agosto, con festivo concorso, e con fiere, dagli bitanti, pei largiti benefizi".
Nel 1198 Ficarra è menzionata nel registro della diocesi di Messina, che
cita Ficarra come luogo ove sorge una fortezza saracena. Limperatore Federico la
concede a Guglielmo Amico, suo ambasciatore. Avendo questo perduto il feudo per i raggiri
di Macalda Scaletta, donna perfida e priva di scrupoli, che riesce ad ottenere
illegalmente la concessione dal sovrano Carlo d'Angiò, Guglielmo Amico tenta di
rimpossessarsi dei propri beni chiedendo di sposare Macalda, senza successo. Amico morirà
povero a Messina e Macalda per volontà reale è costretta a sposare Alaimo da Lentini.
Con Pietro d'Aragona la baronia passa al legittimo erede Ruggero di Lauria.
Successivamente il feudo è
acquisito dai Lanza, quindi dagli Aragona. La proprietà torna nuovamente alla famiglia
dei Lanza dal 1394 fino al 1737. In quest'anno Ficarra viene messa all'asta e ne entra in
possesso Pietro Napoli, Principe di Resuttano, il quale l'anno seguente la rivende ad
Ignazio Vincenzo Abbate, Marchese di Longarino, che con la sua famiglia possiederà il
Centro e le sue Terre con il titolo di Baronia, fino al 1812, data dell'abolizione del
feudo. |
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Chiesa Madre,
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Chiesa Maria SS. Annunziata,
Chiesa Benedettine, Chiesa del Carmelo, Chiesa S. Giovanni, Ruderi del Convento dei Minori
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