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Secondo
alcuni storici, il nome deriva dalla vicinanza al Flumen Dionisy dedicato
anticamente a Dionisio.
Il Centro esiste già nel 600 a.C. con il nome ellenico di Nisa, fondato dai
coloni Calcidesi di Zancle o di Naxos. Una leggenda narra che nel 595 a.C. vi si sia
stabilito Faone di Lesbo, amante della poetessa Saffo.
Con i normanni l'abitato si è trasferito più a monte nell'odierno sito. Già in epoca
medioevale è importante centro di produzione di prodotti agricoli. A partire dal regno di
Federico III di Aragona Fiumedinisi appartiene al demanio baronale.
Durante la rivolta antispagnola di Messina (1674-1678), il paese è rimasto fedele
alla Spagna; il re Carlo II non dimenticando la devozione dimostrata, il 26 aprile 1678
manda un messaggio di gratitudine il cui testo è stato scolpito in una lapide posta sulla
facciata della Chiesa madre.
Importante è il palazzo della Zecca (1669), ovvero l'antico palazzo del Governo usato
come ufficio ed alloggiamento dei tecnici stranieri che dirigevano lo sfruttamento
minerario, per l'estrazione di argento per la coniazione in loco di monete della Zecca del
Regno. Si conservano ancora le monete coniate sotto Carlo VI d'Austria e Carlo III di
Borbone. In occasione della visita di Ferdinando II di Borbone, è stata coniata una
medaglia in suo onore oggi conservata al Museo Nazionale di Napoli. Nel sec. XIX
l'edificio è stato diviso e venduto a privati. Oggi la parte che ne ha conservato
l'aspetto originario è stata restaurata.
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Chiesa S. Pietro, Chiesa Annunziata. |