COMUNE DI

L
IPARI (ME)

 

 
 
     
 

Antico porto di Lipari città, Isole Eolie

 
     
 

Jbonnafo - 5 Gennaio 2006

 
     
     
     
   
     
  da Wikimedia Commons  
     


Centro (Comune di 88,61 Km2 con 10500 abitanti), delle isole Eolie, a 44 metri s.l.m. sulla costa sud-orientale dell'isola omonima.
La maggiore delle isole dell'arcipelago delle Eolie (dette anche Lipari) nel Mar Tirreno, tra le isole di Salina e Vulcano.
Si pratica la pesca. Rinomata è l'industria vinicola per la produzione di malvasia. Estrazione ed esportazione della pomice.
Sviluppatissimo il turismo. Accoglienti spiagge: Marina Lunga col porticciolo e Marina Corta con un bell’arenile.

 

   Lipari    
     

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Lipari/Alicudi
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AFFITTACAMERE
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Notizie storiche Beni monumentali

E’ la maggiore delle Isole Eolie o Lipari, dalla quale le altre isole hanno preso il nome. Stabone e Plinio la chiamano Meligunis.

E’ tanto antica che si dice sia stata edificata da Liparo, prima della guerra di Troia, tanto da narrarsi che Ulisse, nel suo peregrinare, vi sia approdato e abbia soggiornato alla corte di Eolo e ne abbia preso in moglie la figlia Telepora.

Secondo Diodoro, Tucidite e Pausania, la popolazione della città si è accresciuta con l’arrivo di una colonia proveniente da Cnido, e precisamente un gruppo di profughi scacciati dagli Elimi e dai Fenici, che fra tutte le isole scelgono proprio Lipari. Secondo Diodoro questa colonia era fra quelle stesse che, venute dalla Grecia (da Rodi e da Cnido) in Sicilia, erano approdate a Capo Lilibeo all’epoca della IV Olimpiade. Dopo gli scontri fra Egestani e Selinunti. I superstiti della colonia greca prendono la via del mare per tornare in patria. Il Mare è il Tirreno e costeggiando raggiungono le Isole Eolie; accolti benevolmente dagli abitanti delle isole, decidono di fermarsi e con il tempo si accomunano alla popolazione locale. Sono gli anni che vanno dal 580 al 577 a.C. (intorno alla cinquantesima Olimpiade).

Secondo Pausania ed Antioco questa delle Eolie è popolazione di stirpe marinara: parte degli abitanti si dedicano all’agricoltura, parte presidia l’isola di Lipari in terra, altri la difendono per mare. Il Tirreno è infatti infestato dalle scorrerie dei pirati Etruschi, cosicché preparata una flotta, gli abitanti delle isole respingono gli intrusi e vincono ripetutamente le loro incursioni.

Lipari cresce in fama ed agiatezza. Diviene famosa per il suo porto; ma anche per le Terme (salutari per gli infermi). E’ nota nel Mediterraneo per l’estrazione dell’allume del quale arriva, secondo alcuni degli storici citati, a detenere il monopolio., tanto da accrescere a proprio piacimento i prezzi. In realtà ne Mediterraneo operano anche altri concorrenti che producono e smerciano allume: sono la Macedonia, la Sardegna, la Frigia, l’Africa, l’Armenia. Non ultimo c’è l’allume proveniente dalle cave della vicina Fiumedinisi, e in modo particolare da Roccalumera. (Rocca Alumera).

Le vicende storiche dell’antica Lipari, seguono quelle dell’intera Sicila. Tucidite ci dice che la città si allea con i Siracusani, nella guerra intrapresa contro gli Ateniesi. Dopo 19 anni, narra Diodoro, Lipari è occupata dai Cartaginesi, che presto devono cederla ai Romani vincitori. Plinio racconta che a Lipari si forma una vera e propria colonia di Romani. Cicerone, per la verità, nelle Verrine parla di una "parva civitas in insula inculta tenuique posita". Lipari infatti è limitata sotto il profilo agricolo, ma è tuttavia ricca di varietà di pesci.

Nei primi secoli dell’era cristiana sembra vi sia stato fatto approdare il corpo di S. Bartolomeo, i cui resti vengono conservati religiosamente fino alla metà del secolo IX, quando vengono trasferiti a Benevento.

Lipari ha un proprio Vescovo e nella divisione dell’Impero romano è aggregata, come tutta la Sicilia, all’impero Bizantino.

E’ sotto gli Arabi fino al secolo XI. Conquistata dai Normanni del Gran Conte Ruggero, è restituita alla fede cristiana, con la fondazione di un monastero benedettino dedicato a S. Bartolomeo. La Cattedra Vescovile è prima suffraganea all’Arcivescovado di Messina, quindi per due secoli al Vescovado di Patti.

Nella guerra contro gli Angioini parteggia per questi e nel 1363 passa agli Aragonesi. Per volere di Federico III è data in feudo a Ulfone di Procida, ma pochi anni dopo, revocata per tradimento di questi, è concessa a Federico di Chiaramonte. Entra nei beni della Corona di Napoli, essendo regina Giovanna; per decreto di Bonifacio IX è separatoa dalla Chiesa di Patti. Nel 1443 entra a fare parte del Regno di Napoli.

Nel 1544 Lipari è espugnata e saccheggiata dal pirata Ariademo Barbarossa, a capo di una flottiglia turca. I suoi abitanti vengono condotti via come schiavi, lasciando l’isola deserta. Il territorio torna a ripopolarsi sotto Carlo V, ad opera di profughi che fanno ritorno.

Le sorti della città si stabilizzano. Nel secolo XVII gli abitanti possono considerarsi autosufficienti con le sole risorse locali., che in parte esportano. Già Vito Amico ricorda la coltivazione dei fichi e della vite, "celebratissime uve passe e generosissimo vino per le mense dei ricchi".

Gioacchino Di Marzo a metà Ottocento parla dei crateri eruttivi dai quali si è formata l’isola, delle sue lave porfiriche, dei depositi feldpatici e di pomice: "Il monte più elevato detto S. Angelo è un vulcano spento … in cui conservasi dentro gran copia di neve dagli abitanti coprendosi con erba e con terra. A nord del monte altro se ne osserva denominato Cratere della Castagna, più basso, …è interamente coperto di bianca cenere che aprimo colpo sembra creta, ma no altro è che pomice calcinata ed estremamente rarefatta. …Fu Lipari negli antichi tempi molto nominata pei bagni siccome si osserva sin’oggi dalle antiche stufe alle falde del monte S. Calogero, al di sotto le quali un quarto di monte è una sorgente di acqua quasi bollente che pone in movimento molini essendosi copiosissima, e raffreddata bevesi dagli abitanti".

 

Museo Archeologico Regionale Eoliano.

Chiesa della Maddalena,
Chiesa Madonna delle Grazie,
Chiesa Anime del purgatorio,
Curia Arcivescovile,
Chiesa Frati Minori Conventuali,
Chiesa Convento dei Cappuccini,
Chiesa della Madonna del Rosario al Pozzo, Chiesa S: Anna,
Chiesa S: Pietro, Chiesa dell’Immacolata, Chiesa dell’Addolorata, Chiesa S. Giuseppe, Chiesa Cattedrale S. Bartolomeo,
Parrocchia S. Maria della Purità (contrada Quattropiani), Parrocchia S. Cristoforo,
Parrocchia S. Croce (contr. Piano Conte), Parrocchia Maria SS. di Pirrera,
Chiesa Madonna dell’Annunziata (contr. Piano Conte), Parrocchia s. Maria del Rosario (contrada Lanzi),
Seminario Maria Santissima (Fraz. Quattropiani), Parrocchia Porto Salvo (contrada Serra),
Chiesa Maria delle Grazie,
Convento dei Minori.

Lipari (Frazione Panarea).
Chiesa S. Pietro Apostolo.

Lipari (Frazione Stromboli).
Chiesa S. Vincenzo, Chiesa S. Barbolone.

 

ITINERARI CONSIGLIATI

Dell'antica colonia greca rimangono oggi l'acropoli,  e una necropoli ellenistico-romana. Sull'acropoli, posta in bella posizione su di un promontorio roccioso, è stato edificato  un castello cinquecentesco, intorno al quale il Prof. Bernabò Brea e i suoi  collaboratori hanno condotto scavi,  che hanno portato al rinvenimento di ricco materiale preistorico oggi conservato  nel Museo Eoliano, ubicato nel medesimo castello.  La Cattedrale è del XVII secolo. 

Località d'interesse situate nei dintorni: Colline di Piano Conti; Terme di San Calogero; Canneto (cave di pomice).