Fondata
nel secolo VIII a.C. si è chiamata dapprima Zancle, il cui nome si crede sia
dorigine Sicula e che significasse falce per la forma del porto naturale,
costituito dalla penisoletta, detta oggi di S. Raineri.
Si ritiene pertanto che il suo territorio sia stato abitato dai Siculi
prima di essere occupato dai Greci; anche se nessuno storico ne ha fatto cenno. Tucidide
indica Zancle come colonia di Calcidesi.e di Cumani; Strabone sostiene che labbiano
fondata i calcidesi di Naxos in Sicilia, perciò dopo il 735 a.C., anno della fondazione
di questa città.
Gli abitanti di Zancle fondano successivamente, verso la fine del VII
secolo a.C. Mylae e Himera sulla costa settentrionale della Sicilia. Dopo la
caduta di Mileto (494 a.C.), I Milesii superstiti, uniti a numerosi Samii, vengono in
Sicilia, chiamati degli Zanclei a colonizzare la bella spiaggia (Kalacte) fra
Mylae e Himera, ma, sbarcati nellisola, simpadroniscono a
tradimento della città di Zancle. Qualche anno dopo, verso il 475 a.C., Anassila, tiranno
di Reggio, si impadronisce a sua volta di Zancle, togliendola ai Samii dandole il nuovo
nome di Messene cioè il nome della patria dei suoi antenati, cambiato in seguito
in Messana.
Nel 461 a.C. gli abitanti dl Messana riescono a cacciare il tiranno e
governarsi in modo autonomo. Nel 426 a.C. Laches, giunto in Sicilia al comando di una
flotta ateniese, conquista Mylae e costringe Messana ad allearsi con Atene; ma non passa
un anno che Messana stringe alleanza con Siracusa. Nel 415 a.C. quando Atene intraprende
la prima spedizione in Sicilia contro Siracusa, Messana allora floridissima si mantiene
neutrale, e gli Ateniesi tentano inutilmente di prenderla. In rispetto degli accordi
stretti con Siracusa, che conduce una guerra contro i Cartaginesi, nel 409 a.C. accoglie i
fuggitivi dImera, e manda aiuti ad Acragas, assediata dai Cartaginesi. Ma nel 396
a.C. sbarca sulla costa occidentale della Sicilia Imilcone, a capo di un esercito
cartaginese, che conduce da Panormus lungo il litorale tirrenico fino a Messana,
che conquista e distrugge sino alle fondamenta.
Fatta riedificare da Dionisio, tiranno di Siracusa, Messana torna a
nuova vita, ripopolata dai fuggiaschi sopravvissuti, e in breve tempo la. nuova città
ridiviene fiorente come quella antica.
Dopo la morte di Dionisio, gode di un periodo dindipendenza, salvo
esserne privata, ma soltanto per un anno, da Agatocle, che riafferma sulla città
legemonia di Siracusa. Questi chiama in Sicilia mercenari dalla Campania chiamati Mamertini,
ovvero figli di Marte dio della guerra, i quali, morto Agatocle, prendono Messana
e vi si insediano (forse nel 282 a.C.). I Mamertini acquisiscono grande potenza in
Sicilia, ma si trovano a lottare a lungo contro Pirro, re dellEpiro (278) e poi
contro Gerone II, tiranno di Siracusa (271), il quale pur sconfiggendo i Mamertini non
riesce a riconquistare Messana.
Nel tentativo di affermare con sicurezza il loro potere sul territorio, i
Mamertini stringono alleanza con i Romani,che hanno così loccasione di intervenire
in Sicilia (264) condotti da Appio Claudio (264). Durante la prima guerra Punica contro i
Cartaginesi, i Romani fanno di Messana una stazione strategica e una volta terminata
vittoriosamente la guerra concedono alla città il titolo di foederata civitas.
Nelle Verrine Cicerone ricorda Messana come civitas maxima et
completissima per la sua posizione geografica, per il suo porto e i suoi edifici.
Nel corso della guerra civile del 48 a.C. larmata di Giulio Cesare
è assalita ed incendiata nelle acque di Messana da quella di Sesto Pompeo (recenti
ritrovamenti archeologici dei resti di una nave incendiata testimoniano lo scontro). Nel
36, Sesto Pompeo stabilisce a Messana il suo quartiere generale nella guerra contro
Ottaviano, e acausa di ciò Messana è punita perdendo i privilegi di città confederata,
e si riduce ad essere soltanto un municipio romano. Ciò nonostante la città continua ad
essere una città florida e prosperosa a quanto ci dice Strabone.
Secondo una leggenda lapostolo Paolo di Tarso, durante il suo
viaggio verso Roma, converte al Cristianesimo gli abitanti di Messina, i quali inviano
unambasceria in Oriente per rendere omaggio alla Vergine, che ricambia con una Lettera
di ringraziamento. Da questo episodio nasce il culto per "la Madonna della
Lettera" ancora oggi praticato a Messina.
Dopo la caduta dellImpero Romano e linvasione dei barbari di
Genserico, re dei Vandali (468 d.C.), e di Odoacre, re dei Goti (476).
Liberata Messina e la Sicilia dai Goti dal generale bizantino Belisario,
mandatovi da Giustiniano, passa sotto il dominio degli imperatori Romani di Bisanzio, che
la governano fino all831, anno della definitiva occupazione Araba. Con la conquista
da parte dei Normanni, condotti dal Gran Conte Ruggero nel 1060, Messina segue le medesime
sorti di tutta lIsola. A partire dal 1081 si inizia la costruzione delle
fortificazioni di Messina; si erige il monastero di S. Salvatore dei Greci e
lAnnunziata dei Catalani. Re Ruggero nel 1134 ingrandisce il monastero del S.
Salvatore e gli dona la penisola di S. Raineri. Anche la città si sviluppa e si
arricchisce grazie ai rinnovati traffici conseguenti il movimento delle crociate. Viene
ultimata la cattedrale (1198) ed edificata la chiesa di Santa Maria degli Alemanni.
Messina appoggia Enrico VI di Svevia e ne ottiene privilegi, così pure
nel periodo della reggenza. Federico Il di Svevia al contrario ne limita lautonomia.
Morto Federico Il, la Sicilia attraversa un periodo di interregno.
Manfredi aspira alla successione.
Messina si rivolta contro Pietro Ruffo di Calabria che vuole creare uno
stato siciliano indipendente e proclama lautonomia del comune.
Nel 1266 Messina passa sotto le bandiere degli Angioini, salvo rivoltarsi
loro contro quando scoppia la Guerra del Vespro. La cittadinanza proclama nuovamente il
libero comune, resistendo alle truppe di Carlo dAngiò, che si ferma sotto le mura
della città arroccata.
Con la guerra del Vespro inizia un lungo periodo di lotte che viene
ricordato come la Guerra dei Novantanni (1282-1372). Pietro III
dAragona, chiamato in aiuto dai siciliani, occupa Messina, dove è accolto come un
liberatore (1282).
Nel 1342 Messina è minacciata dal mare dal re Roberto dAngiò. La
città si rivolta contro il potere centrale e proclama, per la terza volta nella sua
storia, il comune libero, sotto la difesa degli angioini, che riescono a tornare al
potere. La regina Giovanna conferma alla città i suoi privilegi pur di ottenere la
fedeltà alla corona angioina.
Tra il 1377 fino al 1392 scoppia in Sicilia una guerra civile per la
detenzione del potere da parte dei baroni (Governo dei Quattro Vicari) in nome
della quindicenne Maria dAragona figlia del deceduto re Federico IV. Messina invoca
la protezione di Martino dAragona, detto il Giovane che, nel 1392, con le sue
truppe aragonesi, sbarca in Sicilia, ma la vittoria di Martino è politica, poiché sposa
Maria e le lotte intestine si placano. Per la sua fedeltà Messina ottiene, sotto gli
Aragonesi, nuovi privilegi e diviene commercialmente opulenta.
Sono anni, quelli che seguono di grande importanza per la storia culturale
e civile della città: si apre una scuola dinsegnamento della lingua greca, diretta
dallumanista Costantino Lascaris (1421); nasce Antonello da Messina (1430). Nel 1540
si apre lUniversità. Nel corso del secolo XVI in città operano Polidoro da
Caravaggio, Jacopo del Duca, Montorsoli (che scolpisce la fontana dellOrione e del
Nettuno, costruisce la lanterna a San Raineri), Andrea Calamech (che erige la statua a Don
Giovanni dAustria dopo che lanno precedente, il 1571, nel porto di Messina ha
vi ha sostato con la sua flotta vincitrice della battaglia di Lepanto).
La Messina del Cinquecento è certamente una città florida, tanto che si
istituisce il Consolato della seta, poiché è la più importante città del Meridione,
dopo Napoli, nella produzione di manifatture seriche. Ma non mancano i poveri, se alla
fine del secolo Natale Masuccio edifica il Monte di Pietà.
Sin dallinizio del secolo limperatore Carlo V decide di
realizzare a Messina di un sistema di fortificazioni. Ferramolìno da Bergamo e il
matematico Francesco Maurolico vengono incaricati di progettare e realizzare una nuova
cinta muraria difensiva intorno alla città (1537). Viene demolito il monastero del S.
Salvatore e sullarea di risulta è eretto il forte del S. Salvatore (1546). Si
procede al riassestamento urbanistico di Messina.
Lopera di grandiosità di Messina si espande anche nel secolo
successivo. Michelangelo Merisi da Caravaggio dipinge, in città, la Resurrezione di
Lazzaro e Ladorazione dei pastori (1620). Il viceré Emanuele Filiberto
di Savoia fa costruire nel 1622 dal messinese Simone Gullì la prima Palazzata.
Allinizio del secolo XVII Messina conta 120.000 abitanti. Ma il
ritorno degli Spagnoli nel 1659 che tolgono lautonomia conquistata dalla città, i
tumulti contro la classe senatoria del 1672, la rivolta antispagnola del 1674-1678,
lesilio di 20.000 messinesi, porteranno la popolazione a 11.000 abitanti.
Nel 1679 inizia, per tutta risposta, la costruzione della temibile
Cittadella, ideata dallarchitetto fiammingo von Nurembergh, sul braccio di S.
Raineri.
Nel 1702 la concessione dellindulto e il rimpatrio di parte degli
esiliati permettono di ripopolare la città; ma nel 1743 Messina è colpita da una
pestilenza che miete 40.000 vittime sui circa 60.000 abitanti e nel 1783 è colpita da un
terremoto che ne uccide circa 7.000, buona parte della città è distrutta; crolla la
Palazzata di Simone Gullì.
Dal 1734 la Sicilia è sotto il dominio dei Borboni.
Messina usufruisce dellesenzione dei dazi regi sui generi
commestibili e potabili e sul fronte culturale è istituito il museo civico peloritano
(1806). Si intraprendono la costruzione della seconda Palazzata ad opera dellabate
Minutoli e i lavori di fortificazione con linizio e completamento della nuova cinta
borbonica.
Messina e il suo porto fungono da postazione avanzata della reazione
anglo-borbonica contro i napoletani di Murat. Nel 1820 Messina aderisce al movimento
dinsurrezione creatosi a Napoli e finché non vedrà i Borboni lasciare
definitivamente la città, continua a combattere, come nel 1847, in un tentativo di
insurrezione subito sedato, nel 1848 aderendo alla rivolta palermitana.
Per loccasione la flotta borbonica bombarda Messina e con uno sbarco
a sud della città riprende Messina ai rivoltosi e la mette a ferro e fuoco. Solo con la
campagna dei Mille (1860) e con Garibaldi che entra in città il 27 luglio 1860 alla testa
dei suoi "picciotti" Messina è liberata dalla tirannide. La Cittadella resiste
in mano ai Borboni fino al 12 marzo 1861, quando cade ad opera del generale Cialdini e
viene smantellata a furia di popolo.
Con il suo primo piano regolatore, divenuto esecutivo nel 1869, si prevede
una espansione dell'abitato verso Sud. Nel 1872 proprio a Sud, su progetto di Leone Savoia
è inaugurato il cimitero monumentale con la traslazione da Torino della salma di Giuseppe
La Farina.
La creazione del porto franco nel 1880 e listituzione del servizio
dei ferry-boats i traffici sullo stretto sostengono una economia di tutto rispetto.
Il 28 dicembre 1908 un terribile terremoto squassa la città. 60.000 sono
le vittime su 111.000 abitanti. La città è al novanta per cento ridotta in macerie. Solo
due fabbriche su diecimila rimangono intatte, 800 risultano ai primi rilievi danneggiate;
tutte le altre sono state distrutte. Leconomia è in ginocchio, e nei primi mesi del
1909 a Messina non rimangono che 5.000 abitanti.
Lo stato interviene prima con i soccorsi poi con le leggi per la
ricostruzione, stanziando le prime somme. Con la delibera del Consiglio comunale per la
redazione di un piano regolatore, redatto dallIng. Luigi Borzì e approvato con R.D.
3 1-12-1911, Messina può iniziare la sua ricostruzione.
Quando la città sembra essersi definitivamente assestata scoppia il
secondo conflitto mondiale e Messina subisce pesantissimi bombardamenti (trentamila bombe
esplose) fra il 1940 e il 1943.
Inizia la ricostruzione del dopoguerra e con il boom economico italiano a
partire dagli anni Sessanta la speculazione edilizia dissennata e selvaggia costruisce
sulle pendici delle colline sabbiose dei monti S. Rizzo. Il resto è storia recente.