Il
Centro si estende fino alla spiaggia, un tempo difesa da una fortezza contro le incursioni
piratesche.
Pirri, differentemente da altri studiosi, nomina il paese Roccalimina;
ma nella totalità dei documenti esaminati sin dalla sua nascita ha preso il nome di Rocca
Alumera , in quanto l'abitato (formato da case e magazzini di deposito) è stato
fondato, nei primi anni del secolo XVII, in conseguenza dello sfruttamento delle cave di
allume, la cui estrazione si è protratta fino al secolo XX.
La denominazione del Centro fa riferimento alle cave stesse e nel contempo
ricorda la famiglia Rocca, il cui castello si può ammirare a Nizza di Sicilia. Infatti,
il primo proprietario del feudo di Roccalumera è stato il marchese Pietro Rocca e Lancia
nel 1627 per privilegio di Filippo IV, il quale è stato anche principe dAlcontres
nei Bruzi. Per successione il feudo giunge a Caterina, pronipote di Pietro Rocca, unica
erede, andata in moglie a Michele Ardoino, marchese di Floresta e principe di Palizzi in
Calabria. A seguito dei nuovi lascisto ereditari il borgo passa dagli Ardoino ai Moncada,
per avere Flavia Ardoino (nipote di Michele) sposato Vincenzo Moncada, primogenito del
principe di Calvaruso.
Il titolo di marchese di Roccalumera, aveva fra le sue attribuzioni il
sedere nel Parlamento siciliano, fruire del mero e misto impero, ossia esercitare
il diritto di grazia e giustizia, tanto da nominare direttamente persino i magistrati.