Sullorigine
di Taormina (Tauromenion, Tauromenium) molte sono le notizie, ma incerte per
documentazione epoco attendibili.
Diodoro nel 14° libro attesta che i Siculi, ai quali Dionisio di Siracusa
aveva in precedenza concesso la terra intorno a Naxos, occupano il Monte Tauro negli anni
della XCVI Olimpiade (396 a.C.). Essi vi si erano trasferiti spinti da Imilcone,
condottiero dei Cartaginesi, perché il colle era da considerarsi fortificato per natura.
Ma volendo il tiranno di Siracusa riprendersi con violenza il territorio concesso ai
Tauromenitani, essi risposero che apparteneva loro di diritto, poiché i propri antenati
graci ne avevano già preso possesso prima di loro stessi, scacciando gli abitatori
locali.
Afferma Vito Amico che la suddetta versione sulle origini di Taormina
fornita da Diodoro è contraddetta nel 16à libro, quando sostiene che Andromaco, dopo
leccidio di Naxos del 403 a.C., radunati i superstiti li convince ad attestarsi nel
358 a.C. sulle pendici del vicino colle "dalla forma di toro", e di conseguenza
il nascente abitato prese il nome di Tauromenion, toponimo composto da Toro e dalla
forma greca menein, che significa rimanere.
Mentre le notizie fornite da Cluverio concordano con la seconda versione
di Diodoro, Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dai Zanclei e dai Nassi. Ciò
chiarirebbe in qualche modo laffermazione di Plinio il quale afferma che Taormina in
origine si chiamava Naxos.
Testimone Diodoro Siculo, Taormina, governata saggiamente da Andromaco,
progredisce, risplendendo in opulenza e in potenza. Nel 345 Timoleonte da Corinto, sbarca
e raggiunge Tauromenium, per chiedere lappoggio militare al fine di sostenere la
libertà dei Siracusani.
Più tardi troviamo Taormina sotto il dominio del tiranno Siracusano
Agatocle, che ordina leccidio di molti uomini illustri della città e manda in
esilio lo stesso Timeo, figlio di Andromaco. Anni dopo soggiace a Tindarione e quindi a
Gerone, anchessi tiranni Siracusani.
Taormina rimane sotto Siracusa fino a quando Roma, nel 212 a.C., non
dichiara tutta la Sicilia provincia Romana. I suoi abitanti sono considerati alleati dei
Romani e Cicerone, nella seconda orazione contro Verre, accenna che la Città è una delle
tre Civitates foederatae. In conseguenza di ciò non tocca ai suoi abitanti pagare
decime o armare navi e marinai in caso di necessità.
Nel corso della guerra servile (134 132 a.C.) Tauromenium è
occupata dagli schiavi insorti, che la scelgono come caposaldo sicuro. Stretti
dassedio da Pompilio, resistono a lungo sopportando anche la fame e cedendo soltanto
quando uno dei loro capi, Serapione, tradendo i compagni, lascia prendere la roccaforte.
Nel 36 a.C. nel corso della guerra fra Sesto Pompeo ed Ottaviano, le
truppe di questultimo sbarcano a Naxos per riprendere la città a Sesto Pompeo che
lha in precedenza occupata. Per ripopolare Tauromenium, dopo i danni della guerra
subita, ma anche per presidiarla Ottaviano divenuto Augusto Imperatore nel 21 a.C. invia
una colonia di Romani, a lui fedeli, e nel contempo ne espelle gli abitanti a lui
contrari.
Strabone parla di Tauromenion come di una piccola città, inferiore a Messana
e a Catana. Plinio e Tolomeo ne ricordano le condizioni di colonia romana.
Con lavvento del Cristianesimo S. Pietro destina a Taormina il
Vescovo Pancrazio, che già prestava la sua opera di conversione nella regione. Vescovi
"prestantissimi per santità di costumi, zelo e dottrina", scrive Vito Amico, si
succedono fino alletà Araba. Poche sono le notizie in questo lasco di tempo, che
annovera la caduta dellImpero romano dOccidente nel 447 d.C., linvasione
dei Goti, la presenza dei Bizantini, la conquista Araba. Certo è che Taormina, occupa una
posizione strategica importante per la tenuta militare del territorio circostante. I
saraceni lassediano per ben due anni, prima che nel 906 d.C. venga presa e distrutta
totalmente. Per essere poi nuovamente edificata, e abbellita, con il nome di Almoezia
dal Califfo Al Moez.
Della città si impossessa il Gran Conte Ruggero, il quale espugnato
Castronovo volge alla conquista del Valdemone, cingendo dassedio la Città,
attraverso la costruzione di ben ventidue fortezze in legname: tronchi e rami formano un
muro insuperabile; nondimeno i saraceni resistono per molto tempo prima di capitolare nel
1078.
Taormina diviene Città Demaniale, compresa nella Diocedi prima di Troina
e poi di Messina, quando la sede Vescovile viene qui trasferita.
Segue le vicende della Sicilia, sotto gli Svevi e poi sotto gli Aragonesi.
Nel 1410 il Parlamento Siciliano svolge a Taormina la sua storica seduta, alla presenza
della Regina Bianca di Navarro, per lelezione del re successore, dopo la morte di
MartinoII.
Nel secolo XVII Filippo IV concede il privilegio che la Città appartenga
stabilmente alla Corona.
Nel 1675 e assediata dai Francesi, che occupano Messina. La storia
gloriosa volge al suo declino. I Francesi di Casa DOrleans non la ritengono Città
importante. Gli Angioini ne aboliscono i privilegi di cui godeva. I Borboni se ne
disinteressano, nonostante il fatto che già da parte di molte Nazioni europee si
manifesti un interesse verso lamenità del luogo e verso le sue bellezze
archeologiche. Taormina è inserita nel grand Tour, che da adesso in poi si svilupperà,
divenendo luogo di residenza del turismo elitario, soprattutto inizialmente proveniente
dal Nord Europa, oggi internazionale.