COMUNE DI

A
CATE  (RG)

 

 
 
     
 

Stemma del Comune di Acate

 
     
 

 

 
     
     
 
 
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Centro agricolo (Comune di 101,42 Km2 con 6700 abitanti), 35 Km a Nord-Ovest del capoluogo situato nella parte occidentale della provincia ragusana. Sorge su di un poggio attorno al castello dei principi di Biscari, al centro di una zona riccamente coltivata a vigneti ed altri prodotti agricoli, nella valle del fiume Dirillo, ricordato da Cluverio e Massa.

 

    Acate    
       
Notizie storiche Beni monumentali

La denominazione dell'attuale cittadina è recente, attribuita solo nel 1938, con riferimento ad Achates, nome che gli antichi Romani avevano dato al fiume Dirillo, sembra per ricordare il fido amico di Enea. Tuttavia alcuni studiosi sostengono che il termine deriva più verosimilmente dal nome della pietra dura agata, che in passato era possibile reperire lungo le rive dello stesso fiume.

La denominazione storica, con la quale troviamo questo Centro nei documenti antichi, è quella di Biscari. Un casale così chiamato pare esistesse già in età greca. Precisa Vito Amico che, sotto il regno di re Martino, nel medesimo territorio sorgeva Odegrillo (o Dirillo), un piccolo villaggio che apparteneva alla giurisdizione del Contado di Modica. Tra i ruderi di Odegrillo e gli edifici di Biscari "s'impone una distanza". Infatti il nucleo originario del Centro urbano (ovvero di Biscari) risale verso il finire del secolo XV.

Antonio Beneventano ha il territorio in feudo sotto gli Aragonesi, dal quale passa alla famiglia Lamia, nobili di Lentini. Quando Ruggero di Lamia si ribella al re Martino, viene privato dei beni, che vengono concessi a Giacomo Serra, cavaliere siracusano, il quale muore senza eredi, cosicchè il feudo viene assegnato ancora una volta nel 1396 a Niccolò Castagna. Questi lo vende a Matteo Mazzone, con la conferma del re Martino nel 1408, e costui a Bernardo di Cabrera, Conte di Modica. Dopo una lite con il catanese Antonio de Castellis, che rivendica i diritti della madre, Costanza di Lamia, il feudo torna ai successori ereditari della Famiglia di origine. Con la famiglia catanese dei Castellis, successivamente imparentata con quella dei Patemò, ha inizio un lungo periodo di splendore per la cittadina di Biscari. Viene insignita degli onori di Principato.

Il Centro è gravemente danneggiato dal terremoto del 1693, ma riprende a crescere. I principi Paternò-CastelIo mantengono il feudo di Biscari fino ai primi dell'Ottocento, quando viene sancita la soppressione del feudo nell'intera Sicilia.

Il centro storico di Acate è raccolto attorno al castello e alle emergenze monumentali di carattere religioso, come la chiesa Madre, ricostruita nel secolo XIX, e la chiesa di S. Vincenzo, in passato dedicata a S.Giuseppe, elegantissima chiesa abbaziale, fondata da Agatino Paternò, riservando a se e ai suoi il diritto di patronato, ovvero di sceglierne l'abate all'interno della propria famiglia. La nuova denominazione della chiesa deriva dal fatto che vi si conserva il corpo di S. Vincenzo, martire dei primi secoli della cristianità. Nel 1722, papa Clemente XI donò il corpo del Santo al principe Vincenzo Patemò-Castello, sembra in seguito ad un tragico episodio di gelosia coniugale, maturato in famiglia, sul quale la fantasia popolare ha poi associato significati leggendari. A questa data si fa risalire il palio che si corre annualmente la terza domenica dopo Pasqua, per celebrare la festa solenne del Santo. Un ricco corteo storico in costume precede la seguitissima corsa di cavalli.

Chiesa Madre S. Nicola di Bari,
Chiesa del Carmine,
Chiesa di S. Vincenzo Martire,
Chiesa S. Antonio Abate, Chiesa dei frati Minori Cappuccini,
Chiesa del Carmine, Chiesa di S. Vincenzo, Castello dei Principi di Biscari.