COMUNE DI

M
ONTEROSSO ALMO (RG)

 

 
 
     
 

La Chiesa di Santa Maria Assunta a Monterosso Almo

 
     
 

Catarella - 4 Maggio 2009

 
     
     
     
   
 
 
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Centro agricolo (Comune di 56,27 Km2 con 3600 abitanti), 21 Km a Nord del capoluogo, a 691 metri s.l.m. di un rilievo collinare sulle pendici sud-occidentali dei monti Iblei.
Monterosso Almo è il Comune più settentrionale della provincia ragusana.

L'economia del Centro è prevalentemente agricola con la lavorazione di alcuni prodotti particolarmente ricercati, come le ciliegie e i latticini, e fra questi la ricotta, alla quale annualmente è dedicata una sagra. Altra importante forma di economia per il paese è l'artigianato.

 

    Monterosso Almo    
       
Notizie storiche Beni monumentali

Il suo territorio fu abitato sin dai tempi preistorici: lo testimoniano i resti rinvenuti a Monte Casasia e soprattutto il grande ipogeo di Calaforno, risalente all'età del rame.

L'abitato più antico già in età normanna si chiamava Monte Almo (Jahalmo) e Lupia o Casale Lupino sotto gli Aragonesi.

Prese il nome di Monterosso dai Signori Rosso, che lo restaurarono, rilanciandone l'economia agricola. Il Casale Lupino apparteneva infatti a Russo Rosso. Passò a suo figlio Enrico, conte di Aidone, che provvide a realizzare la Fortezza e a fare giungere nuovi coloni, cosicché il paese si chiamò Monterosso.

Agli inizi del secolo XIV il borgo, dopo un sollevamento popolare, passa a Marietto di Alagona, ma essendosi questi inimicato il Re Martino i beni feudali vennero trasferiti a Bernardo Caprera. Nel 1406 la famiglia Russo da Messina permuta il paese di Militello nel Valdemone e torna in possesso di Monterosso. Ma uno degli eredi, Giovanni Russo, tuttavia vendette i diritti sul feudo a Ludovico de Periglias , cui successe il figlio Francesco. Nel 1454 scoppiò una lite con Giovanni Caprera che sosteneva di avere dei diritti sul paese. Monterosso da allora fece parte della Contea di Modica ed ai suoi amministratori e magistrati dovette sottostare.

Distrutta dal terremoto del 1693, il Centrovenne presto riedificato. Nell'Ottocento, ci dice Di Marzo, esportava olio, frumento e canapa. All'antivigilia della terza domenica di settembre vi si svolgeva una rinomata fiera per i tessuti ed altre merci, celebrando la festività di Maria Addolorata.

 

Chiesa di S. Giovanni Battista,
Chiesa di S. Antonio Abate,
Chiesa Madre S. Maria Assunta.

ITINERARI CONSIGLIATI

Monterosso Almo conserva molte memorie della sua storia passata.

La Chiesa Madre al suo interno custodisce un magnifico Crocifisso in legno, opera di frate Umile da Petralia e una croce processionale in argento del Quattrocento.

Altre Chiese importanti sono la Chiesa di San Giovanni Battista, patrono del Centro, attribuita a Vincenzo Sinatra e la Chiesa di S. Antonio Abate, adornata con opere pittoriche di notevole valore (il Martirio di San Lorenzo, la Madonna del Carmelo e due acquasantiere risalenti al Quattrocento).

Da vedere anche i Palazzi signorili Cocuzza e Zacco.

Poco distanti da Monterosso Almo vale riservare una visita alle cosiddette "grotte dei Santi", dove si possono ancora ammirare delle pitture medievali, fra le quali una Crocifissione, assai deteriorata ma di sicura suggestione.

Agli amanti dei beni etnoantropologici è consigliabile una escursione nella valle del fiume Amerillo, meglio conosciuta come Valle dei Mulini, per la presenza di vari mulini che un tempo macinavano cereali.