L’isola del tesoro (Treasure island) non è quella del
romanzo di R. L. Stevenson (1883). Non racconta in prima persona le
avventure del giovane Jim Hawkins per impadronirsi del tesoro del bucaniere
Flint, da scovare in un'isola disabitata. L’isola del tesoro è la Sicilia
che di tesori ne ha a profusione, ma che il più delle volte sono
misconosciuti e sicuramente poco valorizzati.
Sicilia l’isola del tesoro è la novità che abbiamo
trovato in edicola in Ottobre e che ogni quadrimestre sarà presente
all’appuntamento. Chi si sentirà particolarmente attratto dalle tematiche
sviluppate, potrà partecipare alle visite mensili “Alla scoperta di un
Tesoro in Sicilia”.
E’ una rivista sul turismo, diversa dalla miriade di
pubblicazioni che stipano le rivendite di giornali, sicuramente per il
formato e la consistenza di pagine riccamente illustrate, per l’editing
raffinato, soprattutto per il costo non certo di portata comune. Tutto
sommato anche questo è un pregio, in ogni caso è supportato dalla
qualità dei contenuti. A noi ricorda alla lontana “la più bella rivista
del mondo”, FMR, fondata da Franco Maria Ricci e quest’anno passata a gruppo
Art’è. Alla lontana, perché naturalmente differenti sono sia gli argomenti
sia il modo in cui sono espressi.
Sicilia l’isola del tesoro è edita dall’Osservatorio
della Politica Turistica Mediterranea, associazione culturale presieduta da
Agostino Porretto, che quanti si occupano di turismo regionale non possono
disconoscere, essendo la sua figura strettamente correlata al turismo
stesso. Così, grazie all’Osservatorio e alla nuova pubblicazione, un gruppo
di lavoro di tutto rispetto punta alla promozione dei tesori siciliani.
Direttore editoriale lo stesso Porretto, e direttore responsabile Salvatore
Messina: senza tema di piaggeria, possiamo dire che i loro due articoli di
apertura valgono da soli l’intera rivista, che sicuramente acquisirà ancor
più respiro nei numeri a venire.
Lo strumento più immediato utilizzato per divulgare
l’immagine Sicilia presso un sistema ultraregionale di riferimento è quello
della Sicilianità . E’ chiaro sin dalla copertina, dove una serie di
testimonial “raccontano” (questo è l’artificio letterario utilizzato dagli
autori della rivista) il loro essere siciliani o il rapporto con la
Sicilia attraverso le personali esperienze: quasi come Jim Hawkins, il
personaggio di Stevenson. Persino il Tesoro del mese, che illustra la cover
story, dedicata al Satiro di Mazara del Vallo, racconta come stava danzando
ed improvvisamente s’inabissò. Capitan Ciccio lo ha ripescato nel Canale di
Sicilia e portato a nuova vita. Gli autori citati in copertina sono
conosciutissimi personaggi che hanno a che fare con l’Isola: Andrea
Camilleri, Claudia Cardinale, Tahar Ben Jelloun, Thomas Schäfer, Fabrizio e
Alessandra Ferri, Roberto Andò, Flavio Albanese, Maria Grazia Cucinotta.
All’interno 225 pagine, che rivelano gli aspetti della Sicilia che oggi è
possibile amare: luoghi e persone. Dalla porta dello Stretto di Messina, i
traghetti e gli alberghi della signora Franza, al ponte (Serve? Non serve?
Costa? Chi paga?). Dal Teatro antico di Taormina a Pantelleria. Dalla Miss
Italia, quest’anno siciliana, all’Angelica de Il Gattopardo. Non manca il
vino e neppure lo sport.
Questa nuova rivista nasce in un momento propizio che
sin da ora occorre sviluppare e consolidare. Lo spiega Salvatore Messina,
quando dice (e con lui concordiamo pienamente) che i siciliani guardano poco
a sud: “Preferiamo guardare verso nord e dimentichiamo che nel 2010 saremo
al centro dell’area del libero scambio. Noi, dopo essere stati periferia di
imperi, di regni, di repubbliche, di tutto, per una volta saremmo in prima
fila. E’ un’opportunità che dobbiamo cogliere!”.
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