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La fastosa scenografia barocca di questa villa, che ricorda il colonnato del Bernini a San Pietro, risente delle esperienze culturali europee, in particolare romane e viennesi, del suo progettista, l’abate-architetto Tommaso Maria Napoli, autore nella stessa Bagheria anche di villa Palagonia. La costruzione di villa Valguarnera fu avviata da Maria Anna Gravina, figlia del principe Gravina, andata in sposa allo zio Giuseppe Valguarnera e che subito dopo le nozze cominciò a trasformare la “casena da caccia” del padre in sontuosa dimora. Maria Anna, il cui ritratto si eleva tra gli splendori e gli sfarzi dei saloni di palazzo Valguarnera-Gangi a Palermo, è la protagonista del romanzo di Dacia Maraini “La lunga vita di Marianna Ucria”, ed anche antenata della scrittrice. Nello stesso palazzo palermitano è possibile ammirare un affresco che raffigura villa Valguarnera già completata, circondata da giardini all’italiana e sovrastata dalla Montagnola. Al 1761 risale invece l’incisione del Bova, che riproduce minuziosamente, seppure con una vena fantastica, l’impianto della villa Valguarnera. Un susseguirsi di stradoni, padiglioni ornati da statue equestri, vasi, fontane, sculture, teatro, un labirinto e rare piante esotiche. Dell’originale giardino all’italiana sono sopravvissute solo alcune siepi di bosso e crassula, più resistenti, e i disegni di alcune aiuole. Lo spazio esterno, che attualmente occupa una superficie di circa tre ettari, può essere suddiviso in un giardino fiorito, un giardino panoramico, un giardino ombroso, ed inoltre una passeggiata attraverso la Montagnola a spiccato carattere iniziatico.
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