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  Villa Valguarnera
 
Il monumentale edificio settecentesco
  immerso nel giardino che conserva
  ancora
  parte delle piante originarie.
 

Per saperne di più  

 
   
 
  Villa Valguarnera    
     
Testo di Rosa Maria Manuli    

     

Più oltre, svetta un gazebo circondato da bouganvillee e gelsomini che introduce a sud al giardino fiorito. I fiori, i colori, gli odori, sono quelli del tipico giardino mediterraneo. Gli azzurri del plumbago, le infinite sfumature del rosa, del rosso, dell’arancio dei cespugli di lantana, dei gerani; i sentori di menta, limone   e cannella dei pelargoni odorosi; il bianco e il giallo  di una rara varietà di gelsomino.

Ancora un nutrito assortimento di succulente tra cui  varietà di aloe e fichi d’India, yucche, crassule, un’immensa dracena, il tutto immerso in un intenso profumo di gelsomino che ricorda di essere in Sicilia dove ancora sono tangibili le testimonianze della presenza araba.

Infine la Montagnola, un tempo brulla, battuta dal sole, arida e rocciosa. Su di essa fin dal Settecento era stato tracciato un sentiero, con panchine per la sosta, durante la sua scalata. Alla fine dell’Ottocento furono piantati alberi di casuarina e pini che hanno stentato a crescere, ma che alla fine hanno dato origine ad un bosco rigoglioso.

La salita alla montagna, simbolo del superamento di una serie di prove iniziatiche, era allietata da numerose strutture artistiche e naturalistiche, come statue, grotte, scalinate ornate da imponenti balaustre, oggi per la maggioparte distrutte dal tempo e dall’uomo.

Un’articolata e complessa opera di restauro fortemente portata avanti dai proprietari, principi Alliata di Villafranca e Valguarnera, ci permette di godere di questo splendido bene architettonico.

 

 
 
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