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Itinerari del gusto
Note per intraprendere un viaggio
nella cucina di Sicilia |
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Cesarò: a pranzo in uno
chalet nel cuore
dei Nebrodi |
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Testo di Laura Gentile |
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Cesarò vista da San
Teodoro. Sullo sfondo il vulcano Etna
innevato. In alto si vede il Cristo Signore
della Montagna.
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Papesatan
- 1 Gennaio 2007 |
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da Wikimedia Commons
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Andando a Cesarò, vi
consigliamo di provare i prodotti della cucina locale. Niente di meglio che
salire a 1513 metri d’altitudine e raggiungere Portella della Miraglia. La
sosta è in un antico casino di caccia, fatto di pietra e di legno, lo scopo
è gustare maccheroni di casa al ragù di carne ed arrosti di castrato e
salcicce. Scriveva Veronelli nella sua “Guida all’Italia piacevole” che un
soggiorno a Cesarò «è l’ideale per chi vuol concedersi un po’ di relax a
contatto con una splendida natura che si affaccia sui Nebrodi ».
Sarà per l’aria frizzante, ma Veronelli ci pare profetico. A Villa Miraglia
capiamo cosa voglia dire che l’olio di frantoio di queste parti è tra i
migliori dell’isola, che i suoi vini rossi sono «di buon equilibrio, sapidi
e prestanti», che a Cesarò si possono trovare ottime provole, ricotta salata
e al forno, pecorino con e senza pepe: tutti prodotti confezionati come
vuole la tradizione locale. Ci dice ancora Veronelli che fra i contadini,
che commercializzano i prodotti della loro terra, e nelle macellerie locali,
troviamo salumi artigianali. Nelle famiglie si prepara ancora la polenta di
farina di ceci condita con lardo e salciccia. Questo si chiama rispetto
della tradizione, della vocazione naturale del territorio. La strada
intrapresa per valorizzare le risorse naturali, i boschi, le acque, il cibo,
va potenziata. Occorre sensibilità ed intelligenza e, in questo, Cesarò ne è
senza dubbio un esempio.
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