Collezione Blacas, Primo piano, stanza 22: Alessandro il Grande |
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Presso il Duomo, nel settembre del
1915, si scoprì una grande statua marmorea acefala rappresentante Igea,
adagiata fra ruderi di costruzioni antiche, così distinte: La statua di Igea rappresenta la divinità secondo il comune schema ellenistico, con il peso del corpo sulla gamba destra rigida, a differenza della sinistra rilasciata e a riposo, con un chitone a fitte pieghe cannellate e con un mantello adagiato sulla spalla sinistra da cui scende verso il dorso una serpe. Fin dal secolo sedicesimo era conosciuto a Messana un titolo dedicato ad Asclepio e Igea, salvatori della città. L’ara che recava questo titolo sorreggeva una pila dell’acquasantiera del Duomo; probabilmente il titolo è stato ritrovato dove è emersa la statua di Igea, in cui sorgeva probabilmente il santuario dedicato alle due divinità. Furono rinvenuti anche un grande frammento di architrave marmoreo e due capitelli marmorei, ellenistico – romani, con doppio ordine di foglie di acanto, dalle quali spuntano le volute. Vennero fuori anche un grosso muro antico di piccoli conci calcarei, un pavimento di grandi lastre calcarei, un pozzo e un muro militare, probabilmente di età mamertina.
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