Tradizione o innovazione, questo è il problema. In realtà si tratta di un
falso quesito, poiché i due termini sono complementari e l’uno segue o
precede l’altro. La cucina della tradizione è la trasmissione del
patrimonio culturale delle generazioni passate, è memoria storica; tende a
far rivivere gusti dimenticati o scomparsi; utilizza prodotti locali,
cucinati in maniera semplice se attinge al mondo contadino o elaborata se fa
riferimento a quello aristocratico.
Il cibo della tradizione vuole rievocare la storia di un luogo, di una
famiglia e la sua preparazione richiede ritmi lenti e una gestualità che si
ripete nel tempo sempre uguale a sé stessa. Sono adoperati per
lavorarlo, spesso, utensili del passato, tramandati da generazioni e non è
concessa alcuna variazione stravagante, né si seguono le mode.
La cucina innovativa, pur servendosi degli stessi prodotti, si avvale di
tecniche nuove, ardite; di accostamenti inediti, talvolta estremi e di una
“mise en place” ad effetto. Sperimentare è la parola chiave, tanto che
l’esasperazione può facilmente superare la creatività dello chef, sempre
intento alla ricerca di nuovi sapori e consistenze.
Nouvelle cousine, pietanze destrutturate, cucina fushion… e come ultima
frontiera la gastronomia molecolare, che si avvale di tecniche che seguono
le leggi della chimica e della fisica.
Le uova non sono cotte sul fuoco, ma semplicemente mescolate, avendo cura
di versare su di esse a filo dell’alcol da cucina e ottenere cosi al posto
di una morbida frittata, una sorta di ”formaggio d’uova”.
Perché non assaporare poi un caffè al pomodoro? La “bevanda” si ottiene
inserendo nella classica macchinetta (utilizzata solo per questo scopo) il
liquido di filtrazione del pomodoro ed al posto del caffè foglie di basilico. Si
prosegue con del pesce fritto nello zucchero, ma sapientemente avvolto in
foglie di porro.
Come dessert un cremoso gelato, la cui preparazione non richiede tempi
lunghissimi ma solo pochi minuti e basta versare sul composto da
solidificare azoto liquido.
Ciò che è importante non è trovare una risposta, ma fare si che il modo
di cucinare continui la sua lenta e graduale evoluzione; oggi del resto le
mutate condizioni ambientali non permettono di apprezzare gli stessi sapori
di una volta ed il gusto si è profondamente mutato.
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