Dalla presentazione
della Mostra antologica "Antonio Bonfiglio, un artista dimenticato", a cura
di
Renato Fasanella Masci e Andrea Banbaci, riportiamo
questo ritratto del grande artista messinese. Nell'immagine, il fronte
timpanato del Municipio di Messina con sculture realizzate da Bonfiglio.
Questa manifestazione
costituisce l’avvio di un programma voluto dal Gabinetto di Lettura,
finalizzato alla riscoperta di insigni rappresentanti della cultura
messinese. E’ sembrato opportuno iniziare con convegno dedicato allo
scultore Antonio .Bon figlio, la cui arte, felice unione del neoclassicismo
ottocentesco con l’arte moderna, ha rappresentato “con sensibilità forte e
delicata” la scultura messinese nel mondo.
Nato a Messina il 13
gennaio 1895, iniziò, tredicenne, a frequentare la bottega del maestro
modellatore Saccà. Dopo il 1908 si trasferì a Catania per frequentare la
Scuola di Arti e Mestieri. A diciassette anni è a Roma per perfezionare i
suoi studi; vi ritorna nel 1919, reduce dalla Grande Guerra,e consegue il
titolo di Professore di Disegno Architettonico. Nel 1928 avviene la sua
prima comparsa ufficiale nel mondo dell’arte, con la partecipazione alla XVI
Biennale di Venezia.
Antonio Bonfiglio ha
insegnato negli Istituti d’Arte “E.Basile” di Messina e “M.Preti” di Reggio
Calabria. Apparentemente timido, celava, dietro un carattere fiero e
intransigente, una volontà tenace per affermare la sua arte, riuscendo, in
quasi 80 anni di attività feconda, a conquistare nel vasto panorama della
produzione artistica nazionale, numerose e prestigiose affermazioni,
attraverso la partecipazione a rassegne internazionali, quali la Biennale di
Venezia e le Quadriennali Romane, varie Mostre Interregionali, mostre
singole e collettive.
Muore a Messina nel
1995, lasciando un cospicuo patrimonio artistico custodito sia in collezioni
private e musei, ché in numerosi edifici pubblici e privati di Messina e
altre città.
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