Favignana
deve il suo nome al vento Favonio. Era anche detta anche Egusa o Egadi,
dalle capre che sull'isola pascolavano, tanto che Plinio l'appellava Capraria. L'isola
è piena di grotte ed insenature, tanto da avere più volte alloggiato flotte di
numerosissime navi (ben 26 , secondo Niger o Ventimiglia).
Sull'isola capeggiava sulla
sommità del monte, che la divide in due, la Fortezza di Santa Caterina, edificata da
Ruggero II ed ampliata nel 1655 dagli Spagnoli, unitamente a due baluardi sulla spiaggia,
per ordine del Vicerè di Sicilia. Nella Fortezza stanziava la soldatesca ed un Prefetto
al suo comando. Pertanto la presenza della Fortezza permise di garantire il presidio dei
condannati all'esilio, che popoleranno nel tempo l'isola.
L'isola fu abitata sin
dall'antichità da contadini, dediti alla coltura del suolo fecondo, cosicché quando
raggiunsero le 2000 unità fu necessario istituire una Chiesa parrocchiale dedicata
all'Immacolata Concezione dipendente dal vescovado di Mazzara.
Storicamente Favignana è
celebre per la sanguinosa battaglia delle Egadi del 241 a.C. fra Cartaginesi e Romani,
risultati questi ultimi vincitori.
Primo Signore dell'isola fu,
in età Sveva, Palmerio Abate da Trapani che lasciò eredi i propri figli. Nel 1398
l'isola torna ad Demanio Regio, per essere nuovamente concessa sette anni dopo a Luigi
Carissimo, la cui figlia la porta in dote a Benedetto Issio Riccio, inquisitore, che la
lascia agli eredi. Nel 1590 l'acquista la famiglia Filangeri, quindi Giacomo Brignoni e
nel 1651 Angelo Pallavicino che la lascerà agli eredi fino alla eversione del feudo.
Chi giunge a Favignana scorge
immediatamente il palazzo dei Florio, edificato nel 1876 e divenuto il simbolo dell'isola.
Ai Florio apparteneva la tonnara che dava lavoro agli isolani che provvedevano alla pesca,
alla lavorazione e all'inscatolamento del tonno. Oggi la struttura è divenuta esempio
mirabile di archeologia industriale.
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