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Civiltà
locali |
Età paleolitica
e neolitica |
Luomo
è apparso in Sicilia nel corso del paleolitico, quasi un milione di anni fa. Omero nel IX
e X libro dellOdissea racconta dei mitologici Ciclopi (giganti con un solo occhio) e
dei Lestrìgoni, antropofagi abitatori del territorio dellodierna Lentini.
Aldilà dei miti, i primi reali
abitatori dellIsola organizzati in comunità sono stati i Sicani, popolazione
agricola. Di qui il nome di Sicania. Ne sono testimonianza i reperti archeologici, che
vanno dagli insediamenti urbani ai singoli manufatti di uso domestico. |
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Queste
popolazioni lavorano l'ossidiana, roccia vetrosa che si trova nell'isola di Lipari, che
viene commercializzata prima nelle zone costiere dell'isola e poi attraverso una vera e
propria "via dell'ossidiana" nel Mediterraneo.
Nell'età neolitica comincia la
lavorazione dei metalli. Nell'età del bronzo si intensificano numerosi rapporti con i
popoli del bacino mediterraneo specialmente orientale. |
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Periodo Siculo |
XIII
secolo a.C. |
Iniziano
le immigrazioni di nuove popolazioni dalla penisola che prendono il sopravvento sulle
civiltà locali.
Nella
Sicilia orientale, passando lo Stretto di Messina, penetrano i Siculi e si stanziano
dapprima nelle zone costiere, per spingersi successivamente verso l'interno.
Nelle parte occidentale
dell'Isola si stanziano gli Elimi, forse provenienti dall'attuale Turchia. |
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Periodo Fenicio |
700 a.C. |
Nella
Sicilia occidentale giungono i Fenici, i quali fondano strutture urbane legate ai propri
traffici commerciali: Motia, Solunto e Palermo divengono importanti centri di scambi. Dopo
la fondazione di Cartagine (ubicata sulla costa africana) gli stanziamenti abitativi in
Sicilia, si trasformano in vere occupazioni militari. |
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Periodo Greco |
735 a.C. |
Lisola
diviene un punto di riferimento per i popoli navigatori che provengono da varie aree del
Mediterraneo. Una raffinata civiltà è portata sulla costa ionica: si apre unepoca
durante la quale la civiltà greco-sicula perviene a eccezionali livelli di progresso e di
arte, ricordata come civiltà della Magna Grecia.
Coloni greci, provenienti dalla Calcide
nellEubea, fondano la prima colonia a Naxos (attuale Giardini presso Taormina); ma,
secondo studi recenti, la data del 735 dovrebbe essere anticipata di almeno venti anni.
I coloni calcidesi fondano
anche Lentini, Catania e Zancle, nome originario di Messina, per via della sua
forma a falce. |
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734 a.C. |
Coloni
di Corinto fondano Sùraka (oggi Siracusa), che a sua volta fonda nel 694 Akrai (Palazzolo
Acreide), Casmene (644), Camarina (598). |
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728 a.C. |
Coloni
di Mégara fondano Mégara Iblea, che a sua volta fonda Selinunte (650). |
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689 a.C., |
Cretesi
e Rodii fondano Gela sulla costa meridionale, che a sua volta fonda Agrigento (582),
ultima delle grandi colonie. |
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491 a.C. |
Il
greco Anàssila di Messene, proveniente da Reggio Calabria, si impossessa di Zancle e
cambia il nome in Messene |
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480 a.C. |
Fino
al III° secolo a.C. si combatte per l'indipendenza delle nuove colonie sia dalla Grecia
che dai Cartaginesi insediati sulle coste occidentali. Si alternano alleanze per il
dominio del territorio, che originano varie tirannidi. Emerge la potenza della città di
Siracusa, governata dai Dinomenidi. Nel corso dell'anno 480, Gelone di Siracusa, alleatosi
con Terone di Agrigento, sconfigge i Cartaginesi a Imera (lodierna Termini Imerese).
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474 a.C. |
Gerone
di Siracusa, successore di Gelone, batte a Cuma gli Etruschi e ne ferma così
lespansione verso lItalia meridionale |
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465 a.C. |
La
caduta dei Dinomenidi e l'insurrezione dei Siculi capitanati da Ducezio, compromettono un
processo di unificazione che sembrava stesse avviandosi. |
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427 a.C. |
La
concorrenza delle comunità cittadine agli interessi consolidati dei Greci e dei
Cartaginesi porta a lunghi conflitti. Nel corso della guerra del Peloponneso Atene
interviene in Sicilia, suscitando la reazione dei Sicelioti (così sono chiamati i Greci
di Sicilia), fino alla grande spedizione del 415-413. I Sicelioti respingono l'invasione
soprattutto per la presenza di Siracusa, invano assediata per due anni. |
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405 a.C. |
I
Cartaginesi, approfittando della situazione, distruggono Agrigento, Gela e Camarina, e
arrivano a minacciare la stessa Siracusa. Tuttavia il generale Dionisio ferma i
Cartaginesi e diviene tiranno della città (405-367). |
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367 a.C. |
Dionisio
II succede al padre, ma è coinvolto in congiure e rivolte e deve cedere il trono a
Timoleonte che nel 345 è inviato da Corinto su richiesta degli stessi siracusani del
gruppo conservatore. Il nuovo sovrano respinge i Cartaginesi negli originari confini
dell'Alico e riforma la costituzione della città. |
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336 a.C. |
Alla
morte di Timoleonte, seguono ancora dissidi politici e si impone la dittatura di Agàtocle
(316-289), che lotta senza tregua i Cartaginesi fino a portare la guerra contro Cartagine
direttamente sulla costa africana. |
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278 a.C. |
Alla
morte di Agàtocle gli abitanti di Siracusa orfani del loro tiranno invitano Pirro, re
dell'Epiro, in loro difesa, il quale giunge in Sicilia allo scopo di combattere e
sconfiggere i Cartaginesi. Tuttavia i successi ottenuti non gli evitano la disfatta
conclusiva per opera di Roma nel 275. |
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Periodo Romano |
262 a.C. |
Il
tiranno di Siracusa, Gerone II, entra in conflitto con i Mamertini, popolazione che vive a
Messina e dintorni, i quali chiamano in soccorso i Romani. Scoppia così la cosiddetta
Guerra punica, fra Romani (che , attraverso una serie di vittorie, estendono la propria
presenza, di fatto occupando lIsola) e i Cartaginesi, che occupano la Sicilia
occidentale. |
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262 a.C. |
Nel
corso della prima Guerra punica i Romani sconfiggono i Cartaginesi in mare nel 262 a.C. a
Milazzo e, nel 260 a.C., distruggono la flotta nemica presso Marettimo. |
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215 a.C. |
Muore
Gerone II, tiranno di Siracusa e gli succede il giovane Geronimo, che viene detronizzato
nel giro di pochi mesi. Ciò determina un accostamento di Siracusa ai Cartaginesi. |
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212 a.C. |
I
Romani espugnano Siracusa (212 a.C.) e Agrigento (210 a.C.). Con le ricchezze di queste
città Roma può completare vittoriosamente la seconda Guerra punica. |
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138 a.C. |
Al
termine della guerra le condizioni economiche della Sicilia sono peggiorate: il latifondo
si estende per gran parte dell'Isola. Esplodono due rivolte servili, a stento domate, con
rivendicazioni di carattere sociale ed aspirazione autonomista: quella di Euno (136-131) e
quella di Salvio (104-100). |
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36 a.C. |
Loccupazione
Romana si consolida. La Sicilia ottiene da Cesare la concessione del diritto latino e da
Antonio la piena cittadinanza romana. Nel 36 limperatore Ottaviano estende
definitivamente il possesso romano dellIsola. |
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280 d.C. |
La
Sicilia è scossa dall'invasione di orde barbariche: si inizia con la presenza dei
Franchi. |
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466 d.C. |
Sbarca
in Sicilia con le sue truppe Genserico re dei Vandali il quale dieci anni dopo cede
lisola a Odoacre re degli Sciri. Segue un periodo caratterizzato dalla influenza
degli Ostrogoti. |
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Periodo Bizantino |
535 d.C. |
I
Bizantini affermano il potere dellimpero romano doriente, attraverso la
riconquista della Sicilia con una spedizione inviata da Giustiniano e condotta da
Belisario. L'isola diviene provincia di Bisanzio con capitale Siracusa, dove ha sede uno
stratego. Le condizioni dellIsola si aggravano, anche a causa di numerose scorrerie
arabe. |
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663 d.C. |
Limperatore
Costante II (663-668) trasferisce la corte, la zecca e gli uffici imperiali da
Costantinopoli a Siracusa. Costante II sogna in verità di riportare la capitale
dell'impero a Roma, vincendo i Longobardi. A causa di una congiura di palazzo, tuttavia,
limperatore è assassinato nel 668 e, lanno successivo, suo figlio Costantino
IV Pogonato (668-665) riporta a Bisanzio la capitale dellimpero bizantino e Siracusa
torna ad essere capitale di provincia. |
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Periodo Arabo |
827 d.C. |
I
Musulmani dAfrica, con una spedizione navale proveniente da Ifriqiya (odierna
Tunisi) sbarcano a capo Granìtola presso Mazara il 17 giugno dell827, chiamati da
un ricco comandante siciliano, Eutimio (o Eufemio) da Messina, ribellatosi alla Corte di
Costantino imperatore, dando avvio a una nuova epoca. |
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831- 965
d.C. |
Gli
Arabi occupano Palermo (831), che diviene capitale dell'Isola; quindi si impossessano di
Messina (842), Enna (859), Siracusa (878), Catania (900), Taormina (902). Nel 965, con la
conquista di Rometta nel messinese, si completa loccupazione dellintero
territorio siciliano. |
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965 d.C. |
L'Isola
è interamente sottomessa solo alla fine del secolo IX°.
La presenza araba sarà fondamentale non
soltanto per lIsola, perché la civiltà arabo-sicula sarà di eccezionale stimolo
artistico e letterario, un sapere che si irradierà in unarea culturale molto più
vasta, ma anche tecnologico, ad esempio con lintroduzione di sistemi di irrigazione
che daranno origine al cosidetto "giardino mediterraneo" ad agrumi.
La Sicilia viene divisa
amministrativamente in tre Valli: Val di Mazara nella parte centro-occidentale, Val
Dèmone nella parte orientale-settentrionale, Val di Noto nella parte
orientale-meridionale. |
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Periodo Normanno |
1060 d.C. |
Le
diverse dinastie arabe non riescono a costituire una organica struttura statale in
Sicilia; pertanto con la caduta dei Kalbiti si spezza decisamente l'unità dell'Isola, che
viene ad essere suddivisa tra vari signori locali, spesso in lotta fra di loro.
A causa di una contesa fra i "Kaid" di Catania e di Siracusa sono chiamati i
Normanni in Sicilia, che ben conoscono la situazione politico-militare dellIsola,
per essersi da poco stabiliti a Messina. |
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1063 d.C. |
I
Normanni di Ruggero di Altavilla, conte vassallo di Roberto il Guiscardo, sconfiggono i
Musulmani nella battaglia di Cerami. Conquistano Catania (1071), Palermo (1072), Enna
(1087). Nel 1091, con la caduta di Noto, ultima piazza saracena, completano
lacquisizione della Sicilia. |
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1091 d.C. |
Ruggero
d'Altavilla assume il titolo di Gran conte di Sicilia e di Calabria, e svolge una politica
di tolleranza verso i vinti, di rilatinizzazione della popolazione locale e di
rafforzamento del nuovo sistema di governo introdotto per la prima volta in Sicilia: il
feudo.
Nel
1097 riceve dal Papa Urbano II lApostolica Legazìa con la quale ha facoltà di
nominare direttamente tutti i vescovi Siciliani. |
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1113 d.C. |
Questa
politica è perseguita anche da Ruggero II (1113-1154), che succede al padre. Porta il
regno a grande splendore, e come per il padre, la sua tolleranza permette la convivenza di
varie etnie e fedi religiose. |
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1130 d.C. |
Ruggero
II riunisce i possessi normanni di terraferma e nel 1130 assume il titolo di re di Sicilia
e di Puglia.
I Normanni contribuiscono a formare uno stato moderno, che supera il modello feudale
piramidale (re, vassalli , valvassori, valvassini). Il re comanda attraverso un apparato
di funzionari statali e il Parlamento controlla il re attraverso le rappresentanze
nobiliari ed ecclesiastiche, nonché attraverso il braccio demaniale ovvero le
rappresentanze delle città libere non facenti parte di feudi baronali o vecovili. |
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1144 d.C. |
Viene
creato il primo catasto urbano e rurale della Sicilia. |
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1154 d.C. |
Guglielmo
I il Malo (1154-1166) succede a Ruggero II, ma il suo regno è offuscato da congiure
baronali e spietate repressioni. |
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1172 d.C. |
Guglielmo
II il Buono (1172-1189) diventa il nuovo re di Sicilia. Un re apprezzato per la sua
tolleranza. |
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1186 d.C. |
Guglielmo
II, non avendo eredi diretti permette il matrimonio tra Costanza dAltavilla (figlia
di Ruggero II ed erede indiretta) ed Enrico VI di Svevia (figlio di Federico Barbarossa). |
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Periodo Svevo |
1194 d.C. |
Alla
morte di Guglielmo II la corona della Sicilia passa dalla monarchia normanna a quella
Sveva. Enrico VI regna con spietatezza, annientando i suoi avversari politici, contrastato
dal partito "nazionale" di Tancredi, figlio bastardo di Ruggero II. |
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1198 d.C. |
Morto
Enrico VI, Federico II di Svevia diviene re di Sicilia (con il nome di Federico I), ma
poichè Federico è ancora minorenne la Sicilia è retta prima da Costanza e poi da
Innocenzo III.
Assunto la piena autorità Federico restaura i poteri dello stato indeboliti dalla
reggenza. Nel 1220 Federico diviene imperatore dellImpero Germanico.
E' certamente il sovrano più carismatico del XIII sec.
Con Federico II, soprannominato "la
meraviglia del mondo", il Regno di Sicilia, con Palermo capitale di alto prestigio,
diviene il crocevia di attività scientifiche, artistiche e sociali che illumineranno per
molti anni la coscienza dei popoli europei. Gli stessi Dante e Petrarca testimoniano
esplicitamente che alla corte di Federico nacque la letteratura italiana, che trovò i sui
presupposti nella "Scuola poetica siciliana".
Sotto Federico confluiscono tre
civiltà: quella latino-germanica, quella siculo-normanna, e quella araba.
Dota la Sicilia di una
formidabile rete difensiva, edificando i castelli Ursino di Catania, Maniace di Siracusa,
ma anche i castelli di Augusta e di Salemi. |
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1250 d.C. |
La
fine del regno degli Svevi è segnata dalla scomparsa del grande re-imperatore nel 1250.
Nonostante sia morto in Puglia (Castel Ferentino, 13 dicembre 1250) per volontà
testamentaria è sepolto nella cattedrale di Palermo.
Segue un periodo di lotte, quelle portate da Pietro Ruffo che vuole imporre una signoria
personale e quelle condotte dalla Curia a seguito della volontà papale di sciogliersi
dalla morsa Sveva sia da Nord che da Sud. |
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1258 d.C. |
Nonostante
le intenzioni papali, il Parlamento "Siculorum" incorona re Manfredi , figlio di
Federico II. |
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1266 d.C. |
Papa
Clemente IV tuttavia sostiene il conte francese Carlo dAngiò (fratello di Luigi IX)
contro Manfredi, per la conquista della corona del Regno di Sicilia. Manfredi viene
sconfitto e ucciso a Benevento (in Campania) il 26 febbraio 1266.
I Siciliani, ciononostante, non
accettano la sconfitta in terra campana e, per lealtà verso gli Svevi, chiamano come loro
re Corradino, figlio di Corrado di Svevia. |
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Periodo Angioino |
1268 d.C. |
Carlo
DAngiò, con un agguerrito esercito, dopo avere sconfitto Corradino a Tagliacozzo
(in Abruzzo) il 13 agosto 1268, si impadronisce dellIsola, con grande efferatezza
inviando il suo luogotenente, Guglielmo lEtendart, ed esercitando da questo momento
sulla Sicilia un potere vessatorio. |
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1270
d.C. |
Carlo
I DAngiò, viene in Sicilia per la prima ed unica volta nel corso dei suoi 12 anni
di regno, di passaggio per recarsi alla VIII Crociata, dove nel 1277 assumerà il titolo
di re di Gerusalemme.
Carlo
I DAngiò trasferisce la capitale da Palermo a Napoli, suscitando il malcontento.
Applica unavida politica fiscale per finanziare le imprese militari alla conquista
di Gerusalemme. |
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1282
d.C. |
Gli
abitanti si ribellano contro gli Angioini.
Inizia a Palermo, il 30 marzo, quella che viene definita la rivolta dei "Vespri
Siciliani", che presto si estende ovunque nella Sicilia. È il tentativo appassionato
di istituire uno stato siciliano autonomo, come una federazione di liberi comuni.
Grande è lapporto che in questa
rivolta forniscono le donne siciliane (offese dagli atteggiamenti pretestuosi della
soldataglia francese, che le perquisisce per evitare che portino armi). A Messina due
coraggiose donne, Dina e Clarenza, nella notte dell8 agosto 1282, sventano con il
proprio intervento, un attacco notturno degli Angioini. |
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1282
d.C. |
Con
la guerra del Vespro inizia un lungo periodo di lotte che viene ricordato come la Guerra
dei Novantanni (1282-1372). |
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Periodo Aragonese |
1282
d.C. |
I°
Periodo (1282-1302).
Palermo
per non soccombere ai francesi chiama Pietro III dAragona, il quale dovrebbe battere
Carlo I sul terreno neutro di Bordeaux.
Nel 1285 morti i protagonisti
della guerra (papa Martino IV, Carlo I dAngiò e Pietro III dAragona) i
Siciliani eleggono re Giacomo II dAragona, subendo così una scomunica si popolo
inflitta da papa Onorio IV. |
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1296
d.C. |
I
Siciliani stessi non esitano a dichiarare decaduto il re (che si sta adoperando per
restituire diplomaticamente la Sicilia agli Angioini) e incoronare suo fratello Federico
III dAragona. |
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1302
d.C. |
Con
la pace di Caltabellotta (31 agosto 1302) si chiude il I° periodo della guerra dei
Novantanni. La Sicilia dovrebbe passare definitivamente agli Aragonesi. Federico III
d'Aragona viene ufficialmente nominato Re di Trinacria. |
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1302
d.C. |
II°
Periodo (1302-1347).
L'Isola
continua tuttavia ad essere contesa fra Angioini e Aragonesi, poiché la pace non viene
osservata. La guerra continua sotto la monarchia di Pietro IV (1337-1342) e di Ludovico I
(1342-1355). |
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1347
d.C. |
Con
la pace di Catania (8 novembre 1347) si chiude il II° periodo della guerra dei
Novantanni. Gli Angioini rinunciano ancora una volta alla sovranità
sullisola; mentre i Siciliani si impegnano a non oltrepassare lo stretto ed invadere
il Regno di Napoli. |
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1347
d.C. |
III°
Periodo (1347-1372).
Lanarchia
dei vari signorotti feudali, soprattutto essendo re Federico IV (1355-1377), favorisce la
quasi totale riconquista da parte degli Angioini, anche se con lo "scacco di
Catania" (in cui i Siciliani nella battaglia navale di Ognina rovesciano le sorti
militari) la guerra continua stancamente fino al 1372, quando viene siglata la pace di
Avignone, residenza dei Papi. |
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1372
d.C. |
La
pace di Avignone (20 agosto 1372) conclude la guerra dei Novantanni, segnando così
il distacco definitivo del Regno di Napoli dal Regno di Sicilia (una divisione che durerà
fino al 1816 quando i Borboni unificheranno le due corone, fondando il Regno delle due
Sicilie). |
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1377
d.C. |
Tra
feroci lotte intestine, guerre e ribellioni popolari, la presenza degli spagnoli dura per
secoli e in qualche modo ritarda, secondo molti storici, lo sviluppo culturale e sociale
dellisola.
Nel
1377 fino al 1392 scoppia una guerra civile da parte dei baroni contro il Governo dei
Quattro Vicari ( le potenti famiglie Alagona, Chiaramonte, Peralta, Ventimiglia), per la
detenzione del potere in nome della quindicenne Maria dAragona figlia del deceduto
re Federico IV. |
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1392
d.C. |
Martino
I dAragona sposa Maria e le lotte intestine si placano. |
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1409
d.C. |
Alla
morte di Martino I dAragona succede (caso più unico che raro) suo padre Martino II
dAragona che regna solo un anno e muore senza eredi al trono. |
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Periodo Castigliano |
1412
d.C. |
Ferdinando
di Castiglia (nipote di Martino II) diviene re dAragona e di Sicilia. Inizia così
il periodo spagnolo della storia siciliana, detto Età dei viceré, perché il governo del
territorio fu esercitato dalla Spagna per il tramite dei viceré e non vi fu più sovrano
che venne nell'Isola, se si esclude Carlo V nel 1535 (per soli tre mesi).
Gli avvenimenti successivi in Sicilia
sono una lunga sequenza di tumulti e di cospirazioni da parte di notabili e popolani che
traggono motivo dalle mutate condizioni delle strutture economiche e politiche in Europa e
nel bacino mediterraneo.
Sotto il dominio spagnolo è introdotto il Tribunale dell'Inquisizione, avviene lo sfratto
degli ebrei e la perdita dei privilegi del parlamento siciliano. Si inasprisce la
riscossione dei tributi e si diffonde la corruzione, che prenderà il nome di spagnolismo. |
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1647
d.C. |
Mosso
dalla fame il popolo tenta nell'Isola varie ribellioni contro gli spagnoli: notevole
quella di Palermo capitanata da G.Alessi. |
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1674
d.C. |
Con
la protezione di Luigi XIV, esplode la rivolta antispagnola di Messina |
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Periodo Sabaudo |
1713-1720
d.C. |
Dopo
tre secoli di dominio spagnolo, esercitato anche attraverso onnipotenti viceré, la
Sicilia diviene merce di scambio quando per il Trattato di Utrecht Vittorio Amedeo II di
Savoia il 24
dicembre
1713 prende il titolo di re di Sicilia.
Il nuovo governo, oltre che per
l'imposizione di un pesante fiscalismo, è ricordato per la famosa Controversia Liparitana
(iniziata nel 1711 tra il Vescovo di Lipari unitamente al Papa contro il viceré spagnolo
Balbases), continuata fino al 1729. |
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1718-1720
d.C. |
Il
generale malcontento antisabaudo permette alla Spagna di riappropriarsi dell'Isola, con
grande giubilo della popolazione. Ma essendo in corso la Guerra della Quadruplice Alleanza
(Francia, Inghilterra, Austria, Olanda, contro le mire di espansione spagnole), con il
trattato dell'Aja la Spagna, battuta per mare a Pachino dagli inglesi e per terra a
Francavilla (Me) dagli Austriaci, è costretta a cedere la Sicilia agli Austriaci. |
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Periodo Austriaco |
1720-1734
d.C. |
Lisola
passa agli Austriaci con Carlo VI imperatore. La pressione fiscale non cessa, anzi nuovi
"donativi straordinari" vengono chiesti ai siciliani. Gli austriaci incameravano
direttamente l'argento che si estraeva dalle miniere di Fiumedinisi (Me) che possiede la
facoltà di battere moneta con la sua Zecca. |
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Periodo Borbonico |
1734-1860
d.C. |
Filippo
V, re di Spagna, impegnato nella guerra di successione polacca (1733-1738) invia in Italia
un esercito al comando del figlio Carlo di Borbone che con la battaglia di Bitonto (Bari,
1734) si impadronisce del regno di Napoli e con la caduta dell'ultimo presidio austriaco a
Messina (9 marzo 1735) anche della terra di Sicilia.
L'Isola passa quindi ai Borbone di
Spagna, e Carlo III, figlio di Filippo V, diviene re delle due Sicilie. |
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1759
d.C. |
Carlo
III inizia un'opera riformatrice, che permette di mitigare la pressione fiscale e favorire
i commerci. Limita i poteri dell'Inquisizione e incarica gli stessi Siciliani delle
cariche pubbliche isolane.
Alla sua morte nel 1759 gli succede il figlio Ferdinando IV di Napoli
e III di Sicilia, di nove anni, il cui consiglio di tutela è composto anche da Sicilani |
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1782
d.C. |
Il
viceré Domenico Caracciolo di Villamaina (1781-1786) abolisce l'Inquisizione, e ne
destina le rendite per l'istituzione di nuove cattedre universitarie. |
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1788
d.C. |
Il
nuovo viceré, principe Francesco D'Aquino di Caramanico (1786-1795), abolisce le
"angherie" , ovvero i lavori che i contadini prestavano gratuitamente ai
signori, e le "servitù personali" in linea con le nuove idee propugnate dalla
Rivoluzione francese. Lo stesso abolisce anche le monacazioni dei minorenni e dei figli
non primogeniti. |
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1795
d.C. |
Le
idee della Rivoluzione francese si propagano anche in Sicilia e il giurista palermitano
Francesco Paolo Di Blasi, reo di una congiura giacobina per l'instaurazione di un governo
repubblicano, fu giustiziato con tre compagni a Palermo (20 maggio 1795). |
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1798
d.C. |
Ferdinando
di Borbone, a causa delloccupazione napoleonica, da Napoli fugge in Sicilia. Vi
mette piede per la prima volta dopo trentanove anni di regno, per risiedere con la propria
corte a Palermo. Ritorna a Napoli nel 1802 con l'aiuto dell'ammiraglio Orazio Nelson. |
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1806
d.C. |
Ferdinando
di Borbone, cacciato da Napoli da Gioacchino Murat, si rifugia nuovamente in Sicilia. |
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1806
d.C. |
Lisola
è ormai divenuta una base bellica dellInghilterra in guerra contro i Francesi
dellimpero napoleonico. |
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1812
d.C. |
E'
uno degli anni più significativi della storia siciliana, durante il quale si anticipano
principi e rivendicazioni politiche proprie delletà moderna. Le istanze di libertà
si concretizzano nella Costituzione che lAssemblea costituente formula a Palermo e
che re Ferdinando deve concedere per intervento degli inglesi (lord Bentinck). La
Costituzione è formulata dal giurista siciliano Paolo Balsamo di Termini Imerese,
sullesempio di quella inglese. |
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1816
d.C. |
Dopo
la tormenta napoleonica e il riaffermarsi a Napoli del potere borbonico, Ferdinando IV di
Napoli e III di Sicilia, abolisce la Costituzione concessa nel 1812 ai siciliani
(sostenendo di non potere essere re costituzionale a Palermo e sovrano assoluto a Napoli)
e il giorno 8 dicembre 1816 con un Atto di unione, contro ogni aspirazione di autonomia,
la Sicilia viene incorporata con Napoli nel Regno delle Due Sicilie, e posta sotto una
amministrazione centralizzata. |
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1820
d.C. |
I
Rivoluzione ( 1820-21).
In nome dellautonomia e della sovranità popolare, il 14 luglio 1820 incominciano
tumulti a Palermo contro i Borboni. Sono moti suscitati da aristocratici e separatisti.
Queste rivolte contro la monarchia si manifestano nonostante un moderato assistenzialismo
messo in atto dal governo borbonico. Carestie ed epidemie aggravano la situazione.
Il generale Florestano Pepe, al comando del corpo di spedizione borbonico, il 22 settembre
a Termini Imerese accorda ai rivoltosi un governo autonomo, ma laccordo non è
approvato dal re e il generale Pepe viene destituito e sostituito dal generale Pietro
Colletta che il 26 marzo 1821 reprime definitivamente a Messina la rivolta separatista. |
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1825
d.C. |
Muore
Ferdinando e gli succede il figlio Francesco I che siede in trono fino al 1830. |
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1837
d.C. |
Sotto
il regno di Ferdinando II scoppia il colera e il popolo di Catania e di Siracusa tenta di
insorgere nuovamente, ma il moto è represso immediatamente. |
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1848
d.C. |
II
Rivoluzione ( 1848-49).
Il 12 gennaio 1848 Palermo, prima che altrove nella penisola, viene data la spinta
allindipendenza italiana. Una rivolta popolare, guidata da Rosolino Pilo e Giuseppe
La Masa, provoca la fuga delle truppe borboniche che lasciano la Sicilia, pur rimanendo
attestati nell'imprendibile Cittadella di Messina.
Si determina così la costituzione di un governo provvisorio e di un nuovo Parlamento
presieduto da Ruggero Settimo. Viene proclamata lindipendenza dellIsola e
promulgata una nuova Costituzione di stampo liberale-democratico (il Parlamento è al di
sopra del re, il quale non ha più facoltà né di sciogliere né di sospendere le
Camere). |
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1848
d.C. |
In
base art. 2 della nuova Costituzione, il 13 aprile 1848 il Parlamento dichiara decaduto
Ferdinando II di Borbone, perché re anche di Napoli. Al suo posto è chiamato il duca di
Genova Alberto Amedeo di Savoia, secondogenito di Carlo Alberto re di Sardegna. |
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1848
d.C. |
Il
17 aprile 1848 una spedizione di cento soldati siciliani capitanati da Giuseppe La Masa fu
inviata in Lombardia e si batté valorosamente a Treviso. |
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1848
d.C. |
Nonostante
ogni speranza di libertà, le truppe borboniche ritornano in forze, per reprimere
l'insurrezione. L'armistizio è firmato il 17 settembre 1848. |
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1849
d.C. |
Ferdinando
II concede uno statuto, che viene respinto dai Siciliani e dopo aspre lotte il generale
Filangeri sottomette tutta la Sicilia alla corte di Napoli. Palermo cade il 15 maggio. |
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1859
d.C. |
Ferdinando
II il 22 maggio 1859 muore e gli succede il figlio Francesco II |
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1860
d.C. |
III
Rivoluzione ( 1860).
Una
rivoluzione popolare guidata dal fontaniere Francesco Riso, scoppia a Palermo il 4 aprile
1848 e rivoltosi si arroccarono nel convento della Gancia. Costituisce la miccia che fa
divampare ovunque la ribellione.
Giuseppe Garibaldi (convinto all'azione da Francesco Crispi) partito da Quarto presso
Genova il 5 maggio 1860 con 1089 patrioti fra i quali 45 Siciliani, sbarca a Marsala
l11 maggio con un numero di uomini ridotto a 752. |
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1860
d.C. |
Con
limpresa dei "Mille" e dei picciotti (circa 10.000 unità) si apre la fase
più esaltante del Risorgimento italiano. Il 14 maggio Garibaldi lancia il proclama di
Salemi; il 15 maggio vince a Calatafimi e marcia verso Palermo che conquista il 27 maggio,
Il 20 luglio si svolge la battaglia di
Milazzo. Resiste solo la Cittadella di Messina.
Garibaldi il 18 agosto 1860
attraversa lo Stretto di Messina e passa in Calabria. Il 17 settembre entra vittorioso a
Napoli: il governo borbonico è definitivamente sconfitto. |
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1860
d.C. |
Lunione
con il Regno d'Italia è sancita con il Plebiscito del 21 ottobre 1860: i risultati
elettorali riportano 432.053 sì contro appena 667 no. Le consultazioni elettorali del 27
gennaio 1861 permisero di eleggere i primi Deputati del Regno d'Italia. |
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Regno d'Italia |
Dopo
il 1860 d.C. |
Dopo
i primi entusiasmi, il periodo post-unitario mette a nudo larretratezza
socio-economica dellIsola. La mancata attuazione delle riforme, soprattutto sociali,
promesse porta al fiorire del fenomeno del brigantaggio. I latifondisti si appoggiano alla
mafia per mantenere la propria autorità sui contadini.
Sui Siciliani abituati a pagare un'unica imposta progressiva sul reddito, si abbattono una
serie di tasse (comunale, provinciale, addizionale, tassa di famiglia, tassa sul macinato,
tassa di successione). Contrariamente agli usi è imposta la circoscrizione militare
obbligatoria (fino ad allora il servizio militare era volontario) e lontano dalla Sicilia.
Viene
estesa alla Sicilia la legge Siccardi sull'eversione e la vendita delle proprietà
ecclesiastiche. |
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1866
d.C. |
Una
sommossa di protesta, denominata del Sette e mezzo, durata dal 15 al 22 settembre 1866 è
domata dal Generale Raffaele Cadorna. |
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1871
d.C. |
Alle
masse lavoratrici non rimane che la via dellemigrazione verso lAmerica: dal
1871 al 1914 più di un milione di Siciliani abbandona definitivamente lIsola. |
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1891
d.C. |
Nasce
nel 1891 il Partito Socialista Siciliano e il movimento a carattere sociale dei Fasci
siciliani dei lavoratori. Il governo, presieduto da Francesco Crispi, decreta lo stato di
assedio ed inizia una durissima repressione. |
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1908
a.C. |
Alle
ore 5,20 del mattino un disastroso terremoto colpisce e rade al suolo la città di
Messina. |
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1919
d.C. |
Alla
fine della prima guerra mondiale, la politica autarchica fascista determinò una certa
ripresa, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale portò a un ulteriore abbassamento
del reddito. |
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1922
d.C. |
Con
l'avvento del regime fascista le oligarchie locali devono adeguarsi ad una maggiore
sorveglianza da parte della autorità centrale. Opere pubbliche come strade, ponti, scuole
vengono realizzate rapidamente. Nonostante ciò, nel medesimo periodo, il ritmo di
trasformazione risulta inferiore a quello di altre regioni italiane. |
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1923
d.C. |
Con
un decreto legge che stanzia fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del
1908, che da quindici anni attendono interventi statali idonei alla ricostruzione, la
città di Messina |
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1923
d.C. |
Mussolini
conferisce al prefetto Mori poteri di emergenza per debellare la Mafia. Le pur
soddisfacenti operazioni di polizia, tuttavia, non riescono a rimuovere un fenomeno che
affonda le proprie radici in complesse cause sociali ed economiche. |
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1933
d.C. |
Il
rafforzamento del potere centrale permette di promulgare leggi sul rimboschimento e la
bonifica della terra per varare una pianificazione, che nella maggior parte dei casi
rimane sulla carta, che permetta la costruzione di villaggi agricoli, laghi artificiali ed
acquedotti. |
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1940
d.C. |
Lo
scoppio della seconda guerra mondiale, che ha come fronte primario il bacino del
Mediterraneo danneggia ulteriormente le condizioni dell'Isola. |
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1943
d.C. |
Per
motivi di strategia, l'Isola è scelta per lo sbarco su vasta scala (denominato azione
Husky), per operare una successiva azione di invasione della penisola italiana.
Nonostante una forte difesa dell'Isola, in quanto a numero di uomini (tuttavia male
armati, demotivati e in gran parte debilitati dalla malaria), la notte del 10 luglio 1943
gli Alleati sbarcano sulle coste meridionali dellIsola, tra Licata e la Maddalena
(Siracusa). La sera del 10 luglio cade Siracusa, il giorno successivo la base navale di
Augusta. Il 20 luglio le truppe della settima armata americana del gen. Patton e della
ottava armata britannica del Gen. Montgomery, hanno conquistato ben due terzi dell'Isola.
Palermo e Messina vengono colpite da ripetuti bombardamenti. Il 22 luglio cade Palermo.
Le divisioni italiane Livorno e Napoli e il 14° corpo d'armata tedesco riescono a
differire la caduta di Messina fino al 17 agosto.
La caduta della Sicilia è un duro ed irreparabile colpo per il regime fascista, che
considerava la Sicilia inespugnabile. I danni causati dal conflitto, soprattutto alle
forniture di energia, avranno ripercussioni nella Sicilia del dopoguerra. |
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1944
d.C. |
Aggravati
dai fenomeni post-bellici, l'Isola vede acuirsi i suoi problemi: quello del banditismo e
della mafia.
Acquistano
nuova forza i movimenti separatisti, che non trovano tuttavia un vero seguito nell'Isola,
come il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia (MIS), guidato dall'On. Andrea
Finocchiaro Aprile, fiancheggiato dall'Esercito Volontario per l'Indipendenza Siciliana
(EVIS), guidato da Concetto Gallo. I separatisti chiedono al governo alleato l'autonomia
dall'Italia. |
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Repubblica italiana |
1946
d.C. |
Il
15 maggio 1946 il governo italiano promulga con un decreto, convertito in legge il 26
febbraio 1948, lo Statuto, che sancisce per la Sicilia una autonomia regionale a Statuto
speciale. Questo Statuto a tutt'oggi non è mai stato integralmente applicato. |
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1946
d.C. |
L'intervento
dello Stato permette la costruzione di strade e opere pubbliche. E' creata la Cassa per il
Mezzogiorno, al fine di finanziare i progetti industriali e agricoli del Sud.
Si tenta la strada di una riforma agraria e la costruzione di villaggi agricoli per la
coltivazione intensiva di appezzamenti di terreno che suddividono l'originario latifondo
estensivo.
Le scelte vengono fatte sulla base di considerazioni di ordine politico, più che tecnico,
e nella maggior parte dei casi si dimostreranno fallimentari. |
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1947
d.C. |
Nell'aprile
del 1947 viene eletto il primo Parlamento regionale. |
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1947
d.C. |
La
recrudescenza del banditismo, mette in atto clamorosi fatti di violenza, come la strage
perpetrata da Salvatore Giuliano il primo maggio 1947 a Portella delle Ginestre. |
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1977
d.C. |
La Regione Siciliana è l'unica Regione italiana
(insieme alle province autonome di Trento e di Bolzano) a cui lo Stato italiano
trasferisce le competenze primarie in materia di tutela, conservazione e valorizzazione
del patrimonio culturale. Per effetto di questo trasferimento - contenuto nello statuto
autonomistico del 1946, ma realizzato solo nel 1977/78 in seguito all'emanazione dei
decreti presidenziali n. 635/75 e n.637/75 - in Sicilia l'ente Regione ha poteri diretti
d'intervento nel settore dei beni culturali, in ordine sia alle politiche di conservazione
sia a quelle per la valorizzazione delle risorse culturali dell'Isola (L.R. 80/77). |
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Dopo
il 1982 d.C. |
Una
seria di attentati contro esponenti di spicco della vita pubblica italiana manifesta la
dura lotta portata alle istituzioni da parte della mafia, fra questi l'assassinio del
generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, del politico Pier Santi. Mattarella, dei Giudici
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. |
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