Antonello da Messina, un nome che molti pronunciano, un
personaggio che i giovani imparano a conoscere dallo studio di importanti
manuali di Storia dell’arte. Tante sono le sue opere e molte vengono
custodite anche in ambito siciliano. Lo stupore nasce nel constatare che un
gran numero di siciliani, e di messinesi in particolare, ignori parte della
vita e della storia artistica di Antonello e delle sue opere, non
considerando il fatto che un talento così importante va rivalutato e
giustamente valorizzato per dar maggiore lustro ad una città come la nostra,
che gli ha dato i natali.
Antonio de Antonio nasce a Messina nel 1430. La madre,
di nome Garita, diede alla luce altri due figli oltre ad Antonello,
Giordano, il fratello minore dell’artista e una sorella, che più avanti
vedremo unita in matrimonio ad uno dei più grandi amici e collaboratori di
Antonello, Giovanni de Saliba. Il padre, Giovanni Michele de Antonio, è uno
scalpellino del marmo, specializzato in scultura, intarsio e intaglio e non
è difficile supporre una precoce predisposizione del giovane Antonello
all’attività artistica. A soli quindici anni si sposa con Giovanna Cuminella,
dalla quale, un anno dopo, avrà l’unico figlio Jacobello.
L’ambiente siciliano, messinese in particolare, tinge
l’infanzia del giovane apprendista, affascinando l’occhio ancora inesperto
dell’artista, tanto da poter essere considerato un punto fermo e
identificativo dell’intero percorso artistico del pittore. I colori caldi
della Sicilia, i personaggi e i volti comuni della gente del paese,
ritorneranno frequenti nella maggior parte delle sue composizioni
artistiche, ma in questo periodo la città non offriva grandi possibilità ad
una mente geniale come quella di Antonello, mentre Napoli, capitale del
regno, era sicuramente un buon punto di partenza.
“L’artista siciliano.. esprime quel male oscuro che
ancora oggi spinge uomini di qualità alla ricerca del proprio spazio.. ad
allontanarsi dalla propria gente e dalla propria terra”.
|
|