Il centro, di antica e controversa origine, sembra
che il Centro sia stato fondato dai Fenici che sul monte a cavaliere della vallata del
torrente S. Stefano erigono il tempio alla dea Astarte, da cui il primo nome della città:
Am-Asthart.
In età classica è conosciuto come Amestraton o Mitistratum. Con il nome di
Amestratus la cittadina è ricordata più volte negli scritti di Cicerone e
successivamente in quelli di Stefano Bizantino.
La numerosa popolazione
disseminata nel vasto contado, in epoca greco-sicula, preferisce accentrarsi e di
conseguenza fonda quelli che sarebbero divenuti in epoca medioevale i borghi di Mistretta,
come per esempio Motta, Casispergi, Regitano e S. Stefano.
Nel primo Medioevo, in età prenormanna, sull'antica acropoli viene edificato il castello
e un primo nucleo dell'abitato che costituisce l'odierna città. Abbarbicate alla rocca
fortificata, le case, divise da viuzze ripide e contorte, si vanno estendendo a poco a
poco.
Città feudale e poi
demaniale, Mistretta diviene contea dal 1101, conservando gli usi civici, e quindi città
imperiale al tempo di Federico II. Sotto gli Aragonesi Mistretta figura tra le città
demaniali.
Ritorna ad essere feudale fino al 1405 e poi ancora demaniale.
Labitato inizia ad
espandersi fuori dalle cinte fortificate con la costruzione della chiesa
Maggiore, che costituisce a partire dal secolo XVI il fulcro dellespansione di
numerosi quartieri attorno alle varie chiese parrocchiali.
Più volte Mistretta viene venduta e poi riscattata dagli stessi cittadini, come ad
esempio nel 1635, quando il re Filippo III cede i benefici feudali, ma il popolo li
riscatta, ottenendo il privilegio di continuare a restare libero.
Il secolo successivo vede
laffermarsi di attività artigiane e commerciali e il sorgere dì unagiata
classe di possidenti e allevatori, le cui abitazioni borghesi hanno improntato
limmagine della città ottocentesca. Mistretta svolge un ruolo anche nelle guerre
risorgimentali. Nel 1860 è una delle prime cittadine ad insorgere contro i Borboni.
Quando alla fine del secolo XIX in Sicilia si verifica la grande emigrazione, la
città riesce a mantenere un numero adeguato di abitanti, evitando lo spopolamento, ciò
grazie alle fiorenti attività agro-silvo-pastorali.
|
|
Chiesa
Madre,
Chiesa S. Maria,
Chiesa SS. Cosma e Damiano,
Chiesa di S. Giuseppe,
Chiesa di S. Caterina,
Chiesa S. Sebastiano,
Chiesa del Carmine,
Chiesa S. Francesco,
Chiesa di S. Antonio,
Chiesa S. Luca,
Chiesa S. Nicola,
Chiesa S. Giovanni,
Chiesa SS. Trinità,
Chiesa S. Caterina,
Chiesa di S. Giovanni Battista,
Chiesa Madre di S. Lucia,
Chiesa del Purgatorio,
Chiesa S. Nicolò di Bari,
Chiesa del Carmine,
Chiesa S. Giuseppe,
Collegio di Maria,
Chiesa S. Antonio,
Chiesa S. Francesco,
Chiesa S. Biagio.
Mensole dei balconi di Piazza del Popolo.
Museo Civico Polivalente:
storico artistico, archeologico,
etnoantropologico |
|
UOMINI ILLUSTRI |
|
Giuseppe Ganguzza
Tommaso Aversa
Mariano Lo Monaco
Giuseppe Salomone di Placido
Antonino Pagliaro
Giuseppe Cocchiara |
|
|