origine
di Patti, soprannominata Magnanima, è dibattuta. Sembra confermato che
ricadesse nel territorio dell'antica città di Tindari e che abbia assunto il nome dai
patti stipulati con Messina.
Molto probabilmente il primo nucleo del Centro si è costituito per via di
un castello a difesa del territorio dellantica città di Tindari e si è quindi
accresciuto dopo la rovina di questa. Antica è dunque la sua origine, visto che Plinio
parla della caduta di Tindari avvenuta sotto limperatore Traiano.
Non si hanno più notizie fino al 1091, quando il borgo è citato nei
libri regi.
Nel 1094 il Conte Ruggero dAltavilla fonda un monastero benedettino
al quale concede la città stessa, gli abitati dei sobborghi ed i latifondi. Accanto al
monastero è la cattedrale dove vi sono sepolte le spoglie di Adelasia, ultima consorte
del Conte Ruggero, madre del conte Simone e del re Ruggero II, sua tutrice. Andata sposa
in seconde nozze a Baldovino re di Gerusalemme, ripudiata da questultimo, si ritira
a Patti dove muore nel 1118.
Nel 1394 il Papa Bonifacio IX nomina la città sede vescovile
autonoma rispetto alla Diocesi di Lipari.
Il borgo si sviluppa economicamente, ma sotto gli Aragonesi , Patti si
allea con gli Angioini di Luigi re di Napoli. Pertanto, a causa del tradimento e della
fedeltà agli Angioini, la città è stretta dassedio. Stremata, decide di
"sollevare le bandiere" di Federico II dAragona e di riumirsi nuovamente a
lui. Tuttavia, nonostante la resa, non riesce ad evitare il conseguente saccheggio,
lincendio, e la distruzione ad opera delle truppe di Federico.
Patti ricostituisce le sue difese militari e si dota di mura ben alte con
torri poste ad intervalli regolari e cinque porte. Leconomia si riprende e si
sviluppa.
Nel Cinquecento la città è travagliata da pestilenze; gli abitanti
chiedono lintercessione di S.Febronia e prodigiosamente il morbo cessa. Da allora,
con ferventissimo impegno, S. Febronia è celebrata quale patrona del paese.
Nello stesso secolo XVI, il Centro e il suo territorio vengono
saccheggiati ed incendiati dal pirata turco kair-ed Din (Ariadeno) Barbarossa, che,
impegnato nellassedio di Lipari, invade la terraferma con i suoi barbari sbarcati da
ben trenta triremi.
La città subisce quindi il suo secondo contraccolpo, questa volta molto
notevole se, come afferma Vito Amico, rimarrà fino ai suoi tempi spopolata, nonostante il
ritorno dei profughi.
Nel 1655 Ascanio Ansalone, Reggente nel Consiglio dItalia, decide di
acquistare la città, versando il prezzo nel regio erario; tuttavia i cittadini, raccolta
fra loro la somma necessaria, e versatala ad Ansalone, fanno sì che Patti rimanga nel
demanio regio. A proteggere questi loro sforzi di autonomia rispetto alla feudalità è
limpegno del Vescovo di Patti, Francesco Amico.
Nel 1669 fanno voto di ringraziamento, consegnando le chiavi della città
alla Madonna Nera del Tindari, voto che ancora oggi rinnova, ogni anno, ad Aprile.