1/4
 
  Leggere e rileggere
 
A suo tempo notissimo in Italia e
  all’estero per la sua erudizione,
  oggi conosciuto soltanto fra gli
  addetti ai lavori.
 

Per saperne di più  

 
   
 
  Vito Amico    
     
Testo di Ernesto di Nunzio    

     

Sarebbe oggi opportuno valorizzare degnamente la figura di questo studioso, conosciuto solo fra gli addetti ai lavori, ma nel corso della sua vita apprezzato da letterati italiani e stranieri. Priore di ben 25 monasteri e, a sessanta anni, abate, Vito Amico fu nominato "Regio Istoriografo" da Carlo III con un diploma del 1751.

Notissimo in Italia e all’estero per la sua erudizione, fu socio dell’Accademia di Londra e di moltissime dotte associazioni italiane. Scrive di lui l’abate Francesco Ferrara, suo biografo, 56 anni dopo la sua morte: «Nel suo volto si vedea l’uomo dabbene , e vi regnava sempre la serenità che era nel suo cuore, e nel suo sguardo vi si leggeva il pensiero, e vi brillava il genio e l’intelligenza».

Vito Maria Amico è nato a Catania il 15 febbraio 1697, da Vito Amico, ed Anna Statella. Ambedue i genitori appartenevano a famiglie nobili Catanesi, per cui sin dai primi anni Vito, ragazzo quieto ma pervaso da uno spirito vivacissimo di conoscenza, fu incentivato nella sua inclinazione allo studio e alla lettura. Forse è per questo che a soli sedici anni, nel 1713, decise di lasciare le comodità della vita domestica per vestire l’abito dei benedettini nel convento di S. Nicolò l’Arena di Catania.

Fu probabilmente la scelta più giusta, perché dal primo momento del suo noviziato, sotto la guida severa dei suoi superiori, Vito inizia una carriera brillante «spinto dalla passione di sapere che lo tormentava, dallo zelo infaticabile che lo animava ed aiutato dall’attività della sua mente , dalla Iucidezza del suo talento o dalla saggezza della sua indole. Sobrio, prudente, severo nell’adempimento dei suoi doveri, dolce nello sue maniere, egli acquistò ogni titolo alla stima ed all’amore dei suoi monaci».

 

 
 
     

Next

 

HOME