Sicilian mama - 22 Aprile 2006 |
3/3 | ||||||||||||||||
Sembra che l’usanza di trascorrere il periodo, appunto, quaresimale, risalga al quarto secolo d.C. I 40 giorni di cui consta, non sono stati sempre tanti, come neanche il numero 40 è dettato dalla casualità: sono infatti stati 40 i giorni in cui Cristo digiunò nel deserto, furono 40 i giorni del viaggio dell’apocalittico profeta Elia partito dal monte Carmelo per annunciare la punizione per l’idolatria al volere di Yahweh; 40 i giorni del diluvio universale e del digiuno di Mosè. Racconti biblici a parte, non mancano le storie da leggenda, quasi a voler fare del tutto un po’ un gioco, un’ennesima dimostrazione di un certo carisma in cui era avvolto tutto questo periodo, così la battaglia fra Caréme e Charmage, leggenda francese del 1200 ne è un esempio. I personaggi principali sono ovviamente i due cavalieri: il primo molto amico di abati e sacerdoti, l’altro ammirato e onorato dal popolo. Il terzo personaggio sicuramente più conosciuto dei due, ma non certamente principale della storia anche se causa della cavalleresca vicenda è nientemeno Luigi IX, reo, si fa per dire, di aver ospitato a corte in occasione della festa della Pentecoste e per un intero anno il non molto amato dal popolo, Caréme. Le reazione dell’invidioso Charmage fu prevedibile, considerando i tempi, e la sfida a duello, scontata. Nel giorno e nell’ora prefissata, quest’ultimo arrivò a cavallo di un cervo dalle corna lunghissime e zeppe di allodole, sulla testa l’elmo fatto di pelle di cinghiale sormontato da un pavone. Dalla sua, Caréme venne armato di una sogliola che fungeva da spada, castagne, frutta secca da tirare all’avversario mentre intanto avanzava a cavallo di un pesce, e per difendersi, una ruota di formaggio a mò di scudo. Sulle prime della battaglia fu Charmage ad avere il sopravvento, ma ben presto, grazie all’aiuto di un esercito di gamberi, anguille e lucci, la situazione si capovolse a favore di Caréme. Durò poco il suo vantaggio; arrivò infatti, in favore del primo: un bue, una gru, un’aquila, un airone, preziosi alleati che costrinsero Caréme alla ritirata. Era ormai guerra fra i due, e quando Caréme tentò una controffensiva, sopraggiunse Re Natale, grosso alleato di Charmage che costrinse il suo povero rivale alla definitiva resa e ai conseguenziali soliti patti del perdente. Le invidie di Charmage furono così placate considerando che Caréme da quel momento poteva essere ospitato a corte da Luigi IX soltanto per 40 giorni l’anno. Facili le analogie del racconto da cui emergono simbolismi che sembrano non finire mai. Così la Quaresima fu anche un gioco visto che faceva vivere alle genti un periodo tutto sommato atteso per le occasioni diciamo “d’incontro” che esso offriva e di cui si avrà modo di parlare. Ancora ai nostri giorni, risulta praticamente inosservato o inesistente (dipende dai punti di vista), del resto i tempi cambiano.
Testo e foto compaiono sul
libro di Giovanni Cammareri, La Settimana Santa nel trapanese . Passato e
presente, 1988, Coppola editore (per gentile concessione dell'editore).
|
||||||||||||||||
|