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  Teresa Lazzaro
 
Presentato il libro rivelazione
  di Teresa Lazzaro
 

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  Un poeta va
  e un poeta viene
   
     
Testo di Sergio Bertolami    

     
     
Un poeta va e un poeta viene e tra i due è il filo della continuità dei sentimenti. Il poeta che va è Mario Luzi, il poeta che viene è Teresa Lazzaro, che gli amici chiamano Maresa. Idealmente uno incorona l’altro. Maresa non è legata a Luzi soltanto da una stagione felice, perché anche da lontano – lui in Toscana, lei in Sicilia – è vissuta insieme a Luzi, amico da sempre, un padre dopo la morte di suo padre. Lo ha spiegato nell’aula magna dell’Università di Messina ad un pubblico attento, perché non è di tutti i giorni rimanere incantati alla lettura di una poesia e scoprire all’improvviso un poeta che forse solo Luzi conosceva davvero. In verità Mario – come affettuosamente lo chiama Maresa – aveva preso con lei un impegno: presentare la sua opera prima. Lo aveva preso davanti a Bilenchi che rivolgendosi al maestro famigliarmente gli diceva che sarebbe stato un “bischero” se non lo avesse fatto.

Alla presentazione di “Blue-jay e quadrifogli”, una storia d’amore che rilegge in versi i luoghi e le persone di una vita, maestro ed allieva avevano progettato di entrare in sala a braccetto. Sembra che così non sia stato, perché Mario – sono parole di Maresa – aveva un impegno cui nessuno può sottrarsi. Sembra, ma era solo apparenza, che Mario non ci fosse. Attraverso quel filo di sentimenti era tuttavia presente: viveva nelle liriche  e nelle parole che l’amica affettuosamente gli ha dedicato,  rileggendo le pagine del diario giovanile, con voce delicata e schiva. Le pubblichiamo nella nostra rivista on-line, perché come una eco si propaghi la lingua dei poeti, che sanno guardarsi dentro, mentre noi spesso lo dimentichiamo.  A fare attenzione Mario è negli stessi versi di Maresa, nei suoni familiari, nelle immagini limpide, impalpabili: eppure narrano di cose terrene. Questi versi Luzi ha fatto a tempo a presentarli, con una lettera scritta ad agosto dell’anno passato ed ora posta a prefazione.

«Ho potuto finalmente e in pace, con la dovuta concentrazione disvolgere la matassa dei tuoi versi. Ci voleva questa condizione di libertà attenta e irrelata: le tue poesie non si possono leggere come le altre. Il bello è che danno molto, non esigono niente, ma coinvolgono la vitalità cordiale e l’immaginazione sensuale e affettiva dei tuoi lettori…». Vale la pena di leggere per intero questa lettera e non solo il suo incipit. E’ pubblicata nel bel libro di Maresa (Teresa), dove i blue-jay che la risvegliavano all’alba, ora risvegliano presente e futuro di noi lettori.  Non ci sono incertezze in Maresa, dal maestro ha appreso la strada e da ora in poi la percorrerà con la sicurezza che sa dare la poesia quando ravviva coscienze sopite. Non la fermerà neppure la marginalità del suo – nostro – "profondo Sud", perché la sosterrà la sua fede interiore, salda come la sua poesia. Ne siamo certi.

 


Teresa Lazzaro, Blue-jay e quadrifogli, Libri Parentesi, 2004
by Editrice Associazione culturale "Parentesi"
(per gentile concessione dell'editore).
Il libro potrà essere richiesto direttamente alla casa editrice, questi gli indirizzi.
Editrice Associazione culturale "Parentesi" S.S. 114 Pal. ILES - Tel. e Fax 0902934210
Website:  www.edizioniparentesi.it  - Email: ed.parentesi@tiscalinet.it

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