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Beni naturalistici e botanica 
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  Un itinerario
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Testo di Rosalia Lauricella    

 
 
Orto Botanico di Padova, Collezione di cactus del genere Opuntia.

 

Semolo75 - 5 Maggio 2006







 
da Wikimedia Commons
 

Il professore Giacomo Tripodi dell’Ateneo messinese, ha parlato di un cactus in particolare: la “Lophophora Williamsii” noto anche come Peyote (senza spine) utilizzato nei rituali degli Apaches, dei Circahuas e dei Mescaleros. «Nella cultura dei Mescaleros, lo sciamano utilizza questa ed altre piante, esercitando il suo potere per il bene del gruppo; quando lo usa per vendette personali viene degradato al rango di stregone».

Nonostante il riconoscimento del valore storico di queste culture millenarie, l’utilizzo della Lophophora è aborrito dall’odierna società occidentale, per il dannoso influsso che esercita sul sistema nervoso di chi assume la sostanza, alterandone l’immagine della realtà. La mescalina, infatti, modifica la percezione della luce, essendo un potente allucinogeno. E’ la risposta delle piante all’ambiente in cui vivono, poiché per difendersi dai predatori adoperano strategie deterrenti di vario tipo: spine, aculei, composti chimici che originano veleni, ormoni, odori, resine, lattici capaci di modificare la fertilità o la capacità neuronale, riducendo la percezione dell’ambiente.

Ne consegue che gli erbivori che mangiano il Peyote perdono la capacità di difendersi a  loro volta da eventuali assalitori. Ancora più fragile e vulnerabile è il cervello umano che sottoposto all’azione di tali sostanze potrebbe perdere la sua regolare funzionalità. E’ opportuno pertanto preservarlo da tale rischio.

 

 
 
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