Presentiamo in queste pagine
il Catalogo che Giuseppe Pitrè (medico e scrittore, Palermo il 21 dicembre 184/ 10
aprile 1916) redasse in occasione della Mostra Etnografica Siciliana, allestita
allinterno dellEsposizione di Palermo del 1891-92. E il frutto di un
sofferto lavoro di ricerca e di raccolta per tutta lIsola di una miriade di oggetti,
testimonianza etno-antropologica di grande importanza, per la conoscenza della Sicilia
dellOttocento. Giuseppe
Pitrè, è il fondatore in Sicilia della demologia, che preferiva chiamare demopsicologia,
ossia di quella scienza che studia la cultura del popolo, attraverso le proprie
manifestazioni e tradizioni. Pitrè, documentò con una serie di libri questi suoi studi,
che all'epoca non sempre trovarono estimatori. Partecipò nel 1881 alla Mostra Etnografica
di Milano e dieci anni dopo diede vita alla Mostra Etnografica Siciliana, dalla quale
scaturì il primo nucleo del "Museo Etnografico Siciliano", che ancora oggi
possiamo ammirare a Palermo, nel quale raccolse il compendio della cultura materiale del
suo popolo.
La mostra non mancò di suscitare un
dibattito fruttuoso e servì a fare riflettere su una tematica trascurata dalla cultura
dominante, scarsamente interessata alle espressioni delle culture subalterne, se non per
qualche tipica manifestazione folklorica.
Oggi il Catalogo originale della
mostra è divenuto pressoché introvabile. Nando Russo, editore di Gibellina, ha prodotto
una riedizione del volume con lintendimento di "rappresentare un modesto
contributo al risveglio e alla ripresa degli studi sullarte popolare, fornendo al
tempo stesso un indispensabile strumento di lavoro a quanti si dedicano a questo tipo di
ricerche". Le parole tra virgolette sono dellillustre studioso Antonino
Buttitta, che nella prefazione ci racconta della dedizione di Pitrè alla sua attività di
ricerca. Scrive Buttitta: «Anche in questa nuova fatica il Pitrè si prodigò con
accanita passione per riuscire a raccogliere gli "oggetti relativi ai costumi ed agli
usi del popolo siciliano". Pur tra enormi difficoltà, ora obiettive, ora di
carattere personale (una malattia che aveva afflitto lo studioso, la perdita della madre,
ecc.), il Pitrè stette sulla breccia e tempestò di appelli ora i vari enti, ora gli
amici ai quali si era rivolto nel corso di tanti anni per ottenere il materiale folklorico
via via pubblicato».
Da questo impegno nasce la
sua opera «nella quale scrive lo stesso Pitrè nellAvvertenza al Catalogo
- si è voluto apprestare così la descrizione e luso di molti oggetti, come i
disegni di quelli tra essi che offrano minore agevolezza nel procurarli, maggiore
oscurità nel comprendersene il valore e lufficio pratico, più viva
lattrattiva nel vederli».
E di certo il primo
catalogo, prodotto con serietà scientifica, che illustri una così ricca raccolta di
materiale etnografico. Gli oggetti mostrati sono segnalati col nome dialettale e con la
relativa traduzione italiana ed inoltre Pitrè si sofferma sul luogo di provenienza,
sull'uso di ciascun oggetto, in modo sempre meticoloso. Alle parole si accompagnano i
disegni appositamente eseguiti al tratto da Aurelio Terziche. Questi disegni, che
illustrano il Catalogo, consentivano, grazie all'evidente realismo, di
conservare memoria degli oggetti visti in mostra. Chi oggi ha avuto modo di visitare il
"Museo Etnografico Siciliano", ben più conosciuto come Museo Pitrè,
ripercorrendo le tavole disegnate, avverte la fisicità materiale degli oggetti
esposti nelle sale museali. Crediamo che ciò possa accadere anche a quanti, fra i
navigatori della rete, visiteranno queste pagine on line. |
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