Nel 1952 con l’editore Bardi pubblicò “La Sicilla, il
suo cuore”, raccolta di poesie con disegni di Emilio Greco. Sempre con
l’editore Bardi nel 1954 pubblicò “Le favole della dittatura”, composte da
27 brevi testi in prosa, tra cui alcune riletture di fiabe famose, recensite
in seguito da Pasolini. Nello stesso anno curò un’antologia di poesie
romanesche “Il fiore della poesia romanesca” con una premessa di Pasolini.
Nei 1953 scriveva “Pirandello e il pirandellismo”, testo critico che vincerà
il premio Pirandello della Regione Siciliana. intanto Sciascia intratteneva
rapporti sempre più frequenti e vicini con Caltanissetta e soprattutto con
Salvatore Sciascia, titolare della libreria omonima ed editore, che
raggruppava intorno a sé i migliori intellettuali della città tra i quali
emergeva Luigi Monaco. Caltanissetta era in quegli anni un vero centro
culturale, benché piccola e isolata annoverava tra i suoi abitanti uomini di
straordinaria intelligenza, estremamente colti e appassionati nel ragionare,
nel dibattere le idee, i fenomeni artistici e culturali. Lo scrittore venne
chiamato a dirigere dall’editore Sciascia la rivista “Galleria” di cui fu
direttore fino al ‘59.
Nella collana vennero pubblicate poesie, saggi,
recensioni, critiche, racconti e il giovane Leonardo riuscì a integrarvi la
presenza di testi letterari di profilo nazionale e internazionale con altri
prettamente siciliani, di tipo antropo-etnografico. Molti furono i
contributi di Sciascia su giornali e riviste di quegli anni a dimostrazione
del suo interesse per queste richieste di collaborazione; nel 1954 scrisse
per “Letteratura” il necrologio di Brancati. “Le parrocchie di Regalpetra”
fu pubblicato nei 1956 da Vito Laterza, ma delle pagine di quest’opera
apparvero su molte riviste di quell’anno. ll libro piacque molto a Pasolini,
a Trombatore e ad altri scrittori ed intellettuali e vinse il premio Crotone
nel 1956.
Nel 1957 morì il padre e per l’anno scolastico 1957-58
venne distaccato al Ministero della Pubblica Istruzione a Roma, dove visse
lontano dalla famiglia in una pensione vicino alla stazione. Luigi Monaco
morì nel novembre del 1958. Egli ricorderà sempre come le serate passate in
un angolo della libreria di Salvatore Sciascia, conversando con il suo
ex-preside, furono un po’ la sua università: “... Su nessuna cattedra, e in
nessun salotto o caffè letterario, ho mai incontrato un uomo come lui.
Tornando da Roma e ritrovando Luigi Monaco, mi pareva che non fosse
Caltanissetta ‘provincia’, ma Roma - almeno la Roma dei salotti e dei caffè
letterari”.
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