4/9
     
  Sciascia scrittore
 
Leggere e rileggere: Sciascia
 

Per saperne di più  

 
   
 
  Leonardo Sciascia:
  vita e opere
   
     
Testo di Ernesto di Nunzio    

 
 

Palazzo Comitini (Palermo). Sala Sciascia.

 

Dagos - 11 Settembre 2008
 
 
 
 


da Wikimedia Commons

 

Nello stesso periodo vennero pubblicati nei “Gettoni” i tre racconti degli “Zii di Sicilia”:“La zia d’America”, “Il quarantotto” e “La morte di Stalin”, valutati in modo negativo da Calvino. Ma Sciascia presentò i primi due sotto il titolo di “Due storie italiane” al concorso per inediti di Lugano “Libera Stampa”, vincendo il premio nel 1957. Sciascia ricordò in seguito l’importanza di questo riconoscimento che, se non fosse venuto, lo avrebbe indotto a liquidare la sua esperienza di narratore. Tornando da Roma, alla fine del 1958 si stabilì definitivamente a Caltanissetta, iniziando a lavorare in un ufficio del Patronato scolastico. Nel 1961 vennero pubblicati tre libri: “Il giorno della civetta” (Einaudi), “Pirandello e la Sicilia” (Salvatore Sciascia editore), e una seconda edizione della raccolta “Gli Zii di Sicilia”. Nell “‘Antimonio”, quarto racconto aggiunto alla seconda edizione degli “Zii di Sicilia”, Sciascia contaminò la storiografia e la letteratura con la testimonianza orale: Terenzio, avvocato di Caltanissetta, ufficiale dell’esercito italiano inviato da Mussolini, gli aveva raccontato molti episodi della guerra civile spagnola e ciò contribuì, insieme alla letteratura e alla storia, alla formazione di una presa di coscienza degli orrori della guerra di Spagna e di una posizione politica antifascista. La Spagna, in tutte le sue numerose manifestazioni storiche, culturali e geografiche, diventò centro dell’interesse critico e letterario di Sciascia.

La Sicilia spagnola, persino quella mafiosa, conteneva per lo scrittore molti aspetti comuni alla ‘hispanidad’, al mondo dei poeti, degli scultori, pittori, saggisti, iberici: in particolare il sentimento pirandelliano della vita, il conflitto insolubile tra vita e forma erano assai vicini alla cultura e ai sentimenti spagnoli.

“Il giorno della civetta” fece conoscere al grande pubblico il nome dello scrittore di Racalmuto ed oggi ha ormai superato il milione di copie, è stato adattato per il teatro, è diventato un film (1968, regia di Damiano Damiani). La reputazione di mafiologo attribuita a Sciascia, in seguito alla pubblicazione di questo romanzo, è riduttiva e fu sempre detestata dallo scrittore. Certamente un aspetto originale del libro è costituito dalla novità dell’argomento per i tempi in cui veniva trattato, ma la vera originalità è senz’altro di profilo socio-letterario.

 

 
 
   Previous

Next

 

HOME