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  Sciascia scrittore
 
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  Leonardo Sciascia:
  vita e opere
   
     
Testo di Ernesto di Nunzio    

 
 

Palazzo Comitini (Palermo). Sala Sciascia.

 

Dagos - 11 Settembre 2008
 
 
 
 

da Wikimedia Commons

 

A partire dal 1973 Sciascia iniziava a dialogare in modo costruttivo con i dirigenti comunisti e questi rapporti positivi portarono alla candidatura nel giugno dei 1975 nella lista comunista per il consiglio comunale di Palermo in cui fu eletto come indipendente, occupando il secondo posto per numero di voti dopo Occhetto, segretario regionale del partito, mentre terzo fu Renato Guttuso. Nel 1977 Sciascia si dimetteva, lamentando un’inerzia di fatto del consiglio comunale e dell’amministrazione. Intanto a Roma si sperimentava il compromesso storico ed il PCI assumeva la posizione politica di non-sfiducia nei confronti del governo Andreotti. Sciascia non condivideva e criticava la scelta dei comunisti.

In seguito al sequestro di Mario Sossi da parte delle Brigate Rosse lo scrittore fu tra i primi a sostenere che il gruppo terroristico armato fosse costituito da rivoluzionari di sinistra.

Nel ‘77 a Torino, durante il processo contro le Brigate Rosse, i giudici popolari decisero di disertare e nella violenta polemica scoppiata nel mondo politico, Sciascia confessava “che, non fosse stato per il dovere di non aver paura, avrebbe rifiutato pure, cercando un medico che con compiacenza gli certificasse un’affezione da sindrome depressiva”. Attaccato con violenza dai comunisti, rispose altrettanto violentemente, confutando tali attacchi ideologici che, nella realtà contingente, non erano più aderenti e realizzabili come lo erano stati per Vittorini. Sempre nello stesso anno usciva “Candido” che Sciascia considerò il suo libro più autobiografico e che fu la risposta più completa e ferma al Partito Comunista. Aldo Moro veniva sequestrato dopo la strage di via Fani il 16 marzo 1978: nonostante le prese di posizione di molti scrittori e intellettuali, Sciascia in quel periodo non fece sentire la sua voce. Ma nell’agosto dello stesso anno era già pronto “L’affaire Moro” che usciva contemporaneamente in Francia e in Italia, scatenando una serie di polemiche e reazioni nel mondo politico. Poco dopo veniva pubblicato, sempre in Italia e in Francia, “La Sicilia come metafora”, libro-intervista di Marcelle Padovani, giornalista di Le Nouvel Observateur. Anche “La scomparsa di Majorana” aveva generato una polemica con il fisico Amaldi sulla responsabilità dello scienziato.

 

 
 
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