3/5
     
  La Sicilia di Sciascia
 
Attraverso un articolo apparso
  sul settimanale EPOCA, lo scrittore
  ricordava gli anni dell'adolescenza.
 

Per saperne di più  

 
   
 
  Cara Sicilia    
     
Testo di Ernesto di Nunzio    

 
 

La gente di Racalmuto, come la gente del mondo è cambiata, dunque, ma le strade, le case, le chiese sono ancora come quelle di Sciascia bambino. “Soltanto un po’ più vecchie. Le case nuove crescono fuori, dove prima erano mandorleti e vigne. E così è in quasi tutti i paesi della Sicilia. Anche Agrigento, nonostante l’orrendo sipario di case nuove che la chiude alla valle, al mare, si conserva come era, in tutte quelle stradette che si arrampica­no verso la cattedrale: la Girgenti di Pirandello”. 

Il primo viaggio alla scoperta del mondo è stato a Girgenti. Questa denominazione ha contraddistinto la città di Agrigento fino al 1927. Di Girgenti, Sciascia aveva sentito sempre dire come di un luogo “in cui era nato uno scrittore delle cui cose folli tutta l’Italia e tutto il mondo parlava: Luigi Pirandello, di una famiglia che si era arricchita e rovinata con gli zolfi. In una zolfara dei Pirandello, ad Aragona (quella de I vecchi e i giovani), aveva lavorato da capomastro uno zio di mio padre.  Di Girgenti si diceva che era brutta, dei girgentani che erano tremendamente inospitali. Ma tutti i paesi siciliani detestano le città capoluogo: il capoluogo è la prefettura, la questura, la corte d’assise, il catasto, il carcere, l’ospedale psichiatrico. A me, a sei anni, Girgenti parve non dico bella, ma misteriosa, da scoprire. E poi, affacciandomi ai balconi di un albergo che non c’e più, c’era la vallata piena di cose antiche, tutte di splendida pietra arenaria. Non mi impressionavano molto, se non per il colore e la mole. Più mi interessava il paese, quei vicoli che rampavano verso la cattedrale. E la cattedrale col soffitto di travi dipinte, il reliquiario d’argento di san Gerlando, la lettera del Diavolo. Fortissima impressione, a scoprire che il Diavolo sapesse scrivere e che quella lettera a tutti indecifrabile l’avesse scritta proprio lui. So ora che la lettera era diretta a suor Maria Crocifissa, benedettina nel monastero di Palma: la beata Corbera del Gattopardo”.

 

 
 
   Previous

Next

 

HOME