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  Leggere e rileggere
 
A suo tempo notissimo in Italia e
  all’estero per la sua erudizione,
  oggi conosciuto soltanto fra gli
  addetti ai lavori.
 

Per saperne di più  

 
   
 
  Vito Amico    
     
Testo di Ernesto di Nunzio    

     

Quando, più tardi, fu espressamente incaricato alla cattedra di storia civile dell’università di Catania, promosse la prima biblioteca pubblica catanese, annessa all’università. Era l’anno 1955 e venne nominato "Custode perpetuo" della Biblioteca. Anche in questo caso destinò il suo onorario per l’acquisto di nuovi libri. «Generosità ammirabile e non molto comune» commenta lo stesso abate Ferrara.

Studiava in continuazione, nonostante l’attività e l’impegno nell’ottemperare alle cariche affidategli dal proprio ordine. Uno dei suoi testi più annotato era la Sicilia Sacra del Pirro: insieme ad un altro studioso di fama, Mongitore, decise di colmarne le lacune e rettificarne le inesattezze. «L’opera così completata – scrive il suo biografo – ricomparve nel 1733 per le stampe di Venezia con la finta data di Palermo». L’edizione, tuttavia non soddisfece del tutto Vito Amico, che decise di pubblicare a parte le sue aggiunte che riguardavano le notizie sulle abbazie benedettine e cistercensi siciliane.

L’opera uscì l’anno successivo a Catania con un titolo lunghissimo: Siciliae Sacrae libri quarti integra pars seconda, …. Un’opera che certamente procurò amarezze al suo autore visto che non venne bene accolta nell’ambito tradizionale della cultura ecclesiastica siciliana, a causa di pregiudizi municipalistici e di un gretto spirito controriformistico.

 

 
 
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