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Da buon catanese prese a scrivere, fra il 1740 e il 1743, una storia di questa città, fra le più illustri dell’Isola, mettendo a punto una seria cronologia di eventi, documentando le proprie asserzioni in luogo delle puerili invenzioni degli storici che lo avevano preceduto. Catania illustrata, sive sacra et civilis urbis Catanae Historia è un testo i quattro volumi che attestano la storia civile e religiosa, i monumenti, gli uomini illustri, della città. In questo lavoro è possibile leggere gli influssi della cultura illuministica europea, che non mancò di ispirare il De recta civilis Historiae comparandae ratione (Catania 1744) e il Dei limiti intorno ai quali deve contenersi la sana e saggia critica, e della esorbitanza dello scrivere. In modo particolare con quest’ultimo saggio letto nella Biblioteca di Catania il 6 luglio del 1749, in occasione di un convegno dell’Accademia degli Etnei, Amico polemizzava contro il "pirronismo storico", volendo affermare la validità di una più corretta metodologia di ricerca, che trovava il proprio sostegno nella filosofia cartesiana. Ma il libro che ha fatto passare alla storia Vito Amico è il suo Lexicon Siculum del 1757, un dizionario topografico su ogni località della Sicilia, con la descrizione dell’abitato, della sua storia, delle famiglie emergenti, dei monumenti, ed in particolare quelli di culto, esistenti. Riemergono alla memoria i grandi scrittori dell’antichità, messi a confronto non solo letterario, ma con la realtà geografica siciliana. Una messe d’informazioni che ancora oggi meraviglia per l’accuratezza delle descrizioni e per la non facile reperibilità dei dati. Lexicon Siculum fu il suo ultimo lavoro. Solo cinque anni dopo, il 15 dicembre 1762, fra la mestizia generale, scomparve.
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