1/1 | ||||||||||||||||||||||||
Nel 1855 il Lexicon di Vito Amico, venne tradotto dal latino ed annotato scrupolosamente da Gioacchino Dimarzo, chierico distinto della Real Cappella Palatina di Palermo. L’opera uscì con il titolo Dizionario Topografico della Sicilia. Riportiamo di seguito la nota del curatore-traduttore, che mette in risalto le differenze con il testo originale e gli ausili ricevuti per operare gli opportuni aggiornamenti, essendo il Lexicon Siculum datato 1757, un lasco di novantotto anni che il traduttore ha ritenuto bene di colmare. «Encomiare l’opera che io presento per chi la conobbe superfluo sarebbe; rammentare la rarità a chi indarno a lungo la ricercò inutile riuscirebbe del pari. Mercé la versione che meditai e che rendo di pubblica ragione non se ne accrescono le belle doti, ma togliesi la rarità ed appagarsi le brame dei cultori delle scienze storico-economico-statistiche. Il metodo tenuto dall’autore in ordinate il lavoro è tutto al suo tempo riferibile; in tre valli erasi allora divisa la Sicilia onde di questi egli forma le tre parti del suo Dizionario; ma soggetta poscia ad ulteriori mutazioni sin dai primordi del secol nostro, poiché in sette valli partita, oggi province, seguir l’ordine antico nella mia versione non conveniva; ad evitare perciò sconcio sì fatto ebbi cura di ridurre in una sola le tre parti riunendone gli alfabeti: perché intanto possa sapersi in qual Valle secondo l’ordine dell’autore una voce si appartenga, notai in principio di ogni articolo la lettera iniziale della valle corrispondente (V.N.) (V.M.) (V.D), [ovvero Valle di Noto, Valle di Mazara, Valle Demone, ndr] La lacuna di quasi un secolo inoltre che appresi dall’opera di Amico alla nostra, meno interessante farebbe divenir quest’opera cotanto classica. se apposite note non ne supplissero in qualche modo il vuoto. Mi sgomentai in sulle prime alla difficoltà dell’impresa: nondimeno ripresi coraggio lorchè di rinvenir mi fu dato in queste pubbliche nostre Biblioteche opere interessantissime sul soggetto e precisamente delle monografie che sono il migliore elemento di cui mai avessi potuto avvalermi. Nulla si è da me trascurato ad attingere lo scopo, e se non m’avrò la ventura di riuscirvi, supplirà l’indulgenza dei miei lettori che compatiranno, io spero, alla mia età giovanile ed alle deboli mie forze. Non saprei intanto incominciar la stampa senza sdebitarmi verso chi più da presso mi porse un ajuto di quella gratitudine che mi pesai sul cuore non professata, e professata mi è soavissima; io devo adunque alla solerte Direzione Centrale di Statistica per la Sicilia tutto che spetta a notizie topografo-statistiche; per tutto che poi riguarda notizie catastali al sig. D. Vincenzo Mortillaro Marchese di Villarena per ingegno e dottrina prestantissimo; al P. Narbone della Compagnia di Gesù per la sua Bibliografia di Sicilia, uomo cui la profondità delle conoscenze non è scompagnata dalla ricchezza della erudizione; ad amici cari per ogni verso che arricchirmi di necessarie cognizioni premurosamente curarono».
|
||||||||||||||||||||||||
|