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  Antonello da Messina    
     
Testo di Daniela Daino    

     
 

Antonello da Messina, Ritratto di uomo


 

National Gallery, Londra







 
da Wikimedia Commons
   

Dal 1471 al 1472 troviamo notizie di Antonello a Noto, per via di una nuova commissione. Un nuovo gonfalone gli viene richiesto per la chiesa del Santo Spirito, ma niente rimane dell’opera, che certamente sarà stata di notevoli dimensioni e maestria. Successivamente, importanti risultano i Polittici realizzati dall’artista nel 1473.  FOTO 16.  Il primo commissionato dalle monache benedettine del convento di Santa Maria Monialium a Messina, ha come soggetto principale la Madonna in trono con Bambino, ai lati due S. Gregorio e S. Benedetto e nella parte superiore,che corona la composizione, è rappresentata l’Annunciazione.

Sfortunatamente è la sola e unica opera riconosciuta, insieme ad una tavoletta FOTO 17. dipinta su entrambe le facciate, che raffigura da un lato "La madonna col Bambino e dall'altro un Ecce Homo", che è stata acquistata dall’ Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana solo nel 2004 dopo averne avuto notizia del ritrovamento a Berlino, che conserviamo al Museo Regionale di Messina, e che sicuramente vale la pena andare a vedere di persona.

Certo le condizioni non risultano eccellenti, dopo il terremoto che colpì disastrosamente la città nel 1908, le tavole del polittico giacevano sotto le macerie, ma l’insieme è davvero maestoso, e rappresenta un sunto dei cambiamenti adottati da Antonello.

Oltre al gia citato uso dei colori caldi e della luminosità si evidenzia l’importanza data alle figure in un ambiente preciso e definito, caratteri distintivi acquisiti dall’adozione di accorgimenti prospettici, carpiti al grande maestro Piero della Francesca, conosciuto probabilmente personalmente da Antonello a Roma, intorno al 1470.

La lezione fiamminga si evidenzia invece nell’analisi adottata per l’esecuzione del manto della Madonna in trono, che con leggere pieghe rende il tessuto quasi palpabile, così come i minuziosi dettagli del libro sorretto da S. Benedetto.

La maestria di Antonello sta nel far partecipare all’opera anche gli spettatori: cerca in ogni modo, e con ogni accorgimento di rendere comunicante i due mondi, quello reale dello spettatore e quello iconico dell’opera. Con la punta dei piedi i due Santi superano un confine, così come il rosario, naturalmente scivolato giù dal gradino, e ci invitano ad entrare, a prendere parte alla composizione. Ma una descrizione, anche se la più precisa ed approfondita, non riuscirà mai a  dare la stessa emozione che solo una visione diretta sa dare.

L’altro grande Polittico commissionato negli stessi anni non ha avuto la stessa fortuna del primo poiché è andato perduto.

 
 
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