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  Memoria storica
 
Nei territorio dei Nebrodi sarebbe
  possibile istituire una
nuova provincia
  con il cuore formato dalla sua
  fantastica foresta.
 

Per saperne di più  

 
   
 
  La memoria storica
  delle aree montane
   
     
Testo di Ernesto di Nunzio    

 
 

Parco dei Nebrodi, Rocche del Crasto.
 

tato grasso - 9-10 Dicembre 2006






 
da Wikimedia Commons
 

Chi volesse seguire le sorti dei Nebrodi in seguito alle lotte di potere susseguite alla morte di Federico, nel 1250, ritroverebbe la storia dell’intera Isola: un avvicendarsi al potere di baroni locali o forestieri imposti dal volere reale, insediati per successione naturale o in seguito a lungimiranti matrimoni. Assunzioni di potere il più delle volte derivate da lotte e rivalità tra famiglie, intrighi sotterranei, nei casi migliori acquisizioni per denaro. E’ una storia questa che si frammenta nelle singole vicende locali, caratterizzate da territori e popolazioni ora sotto il demanio regio ora baronale, sottoposti ad angherie e taglieggiamenti, sfruttamento, ma in casi meno sfortunati ad indulgenti liberalità.

Una storia di città e paesi che vivono il proprio stato di sussistenza, che in alcuni casi si espandono e si arricchiscono. Città e paesi messi in relazione fra di loro dalle poche strade esistenti, mulattiere e "regie trazzere". Popolani dediti all’agricoltura, ma anche artigiani esperti, scalpellini e muratori, fabbri e maniscalchi, falegnami, sarti, sellai. Ed inoltre un ceto medio borghese emergente. Un esempio della presenza di una ricca classe borghese può essere Mistretta, la cosiddetta “città di pietra” con riferimento ai conci murari dei suoi palazzi, ben distinti dalle povere case di pietrame da spacco. Vi si elevano palazzi a due o tre piani, con portali, balconi e finestre decorati, dalle forme barocche e neoclassiche, testimonianza dell’elevato reddito dei residenti. Sono i palazzi della nuova urbanizzazione, che si rafforza nel Sei-Settecento e si consolida nell’Ottocento

Quando, a partire dal secolo XVIII, cessano le ragioni di pericolo lungo le zone costiere e comincia progressivamente a scemare il predominio feudale fino alla completa eversione del feudo, a partire dal 1812, prende a manifestarsi un’inversione di tendenza. A scala urbana, dai quartieri più arroccati, di origine medievale, le città si espandono nei luoghi più accessibili e pianeggianti. E’ lo stesso fenomeno che si manifesta progressivamente, anche a scala territoriale: nelle città arroccate sui Nebrodi la popolazione inizia progressivamente a diradarsi, favorendo i centri costieri, meglio serviti dalle strade carraie prima, gommate e ferrate poi.
E’ il progresso giunto fino a noi, che ha permesso di conservare, in molti casi intatto, un ricco patrimonio ambientale da valorizzare e testimonianze storico-artistiche da recuperare.

 

 
 
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