tato grasso - 9-10 Dicembre 2006 |
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Il Museo esporrà, in una tale prospettiva, oltre che materiali relativi alla vita culturale dei ceti maggiormente individuati da coordinate proprie del mondo silvo-pastorale e contadino (pastori, contadini, allevatori in genere), anche manufatti e documenti di varia natura che possano concorrere a ricostruire globalmente la cultura (le feste, le tradizioni orali, le attività artigianali e artistiche, i giochi, le forme di aggregazione etc.) di cui quel mondo era partecipe insieme ad altre fasce sociali compresenti nella medesima porzione di territorio in un periodo storico determinato, ossia grosso modo dalla fine del XVIII alla prima metà del XX secolo, nonché reperti d’interesse naturale e naturalistico, collezioni mineralogiche, zoologiche, botaniche etc. utili a rischiarare il complessivo habitat entro cui hanno avuto storicamente luogo le forme di cultura silvo-pastorale che si intende documentare. Il progetto scientifico di allestimento del Museo è stato affidato alla Sezione per i Beni Etno-antropologici (ora U.O. IX) della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Messina. Nel Museo sono previste numerose sezioni documentanti i cicli produttivi, le attività lavorative e artigianali, nonché le forme complessive di cultura, tanto materiale quanto “volatile”, espresse nei contesti agro e silvo-pastorale che in esso si vogliono documentare e rappresentare. Tra essi si indicano, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la coltivazione del grano e la panificazione, la coltivazione della vite e la vinificazione, la coltivazione dell’ulivo e la produzione dell’olio, la pastorizia e la produzione casearia, la coltivazione e lavorazione del lino, i mestieri del bosco e le attività dei carbonai, le attività connesse all’allevamento del bestiame (la cultura dei cosiddetti vistiamara), la coltivazione del frassino e la produzione della manna, l’arte dei pastori, la caccia, i lavoratori della pietra, i fabbri e i maniscalchi, i conciapelle, i dolcieri e i mielai, i carrettieri e i carradori, i mastri d’ascia, le attività dell’intreccio, le botteghe e le attività artigianali proprie dei contesti silvo-pastorali e tradizionali in genere. A corredo dei materiali esposti saranno predisposti pannelli didattici, schede tecniche dei reperti nonché modellini in scala di strutture produttive tradizionali, di tipologie insediative e di macchine agricole (mulino, palmento, frantoio, fornace, senia, paratore, mandra, pagliaio etc.) che hanno storicamente connotato il tradizionale habitat agro-silvopastorale. L’intero percorso sarà infine organizzato attraverso postazioni multimediali che consentano per un verso la più ampia fruizione del patrimonio oggettuale esposto, per altro verso un rapporto interattivo tra la realtà museale e i suoi utenti attraverso un percorso fluido e “aperto”. L’ordinamento degli oggetti secondo il criterio tassonomico solitamente impiegato (ad es. il banco da falegname con tutta la strumentazione disposta in bell’ordine etc.) obbedisce infatti a una logica scientificamente inadeguata, nonché esteticamente e comunicativamente obsoleta.
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