Museo Correr di Venezia
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Durante questo periodo di instabilità decide di intraprendere un viaggio con tutta la sua famiglia. “Il 15 Gennaio 1460 il padre noleggia infatti un brigantino per recarsi al porto di Amantea, in Calabria; la nave dovrà attendere per otto giorni il ritorno del pittore, dei suoi familiari, dei servitori e delle sue masserizie, per riportarli a casa… una destinazione lontana, visto.. il vasto seguito che accompagnava Antonello.” Sembra quasi accertato che il viaggio avesse come meta le Fiandre, conferma che viene data dalle opere eseguite al rientro dell’artista nella sua città natale, opere che parlano lo stesso linguaggio preciso e minuzioso fino all’inverosimile, dell’arte fiamminga, con l’aggiunta dei colori e del pathos siciliano distintivo delle tele di Antonello. FOTO 2. - FOTO 3. - FOTO 4. La sua città rimane sempre e comunque un grande punto fermo. Nei paesaggi delle sue opere c’è sempre spazio per un accenno alla sua Messina: i cipressi, il porto e lo stretto, o la Rocca Guelfonia, il S. Salvatore, le isole Eolie e i colori caldi. FOTO 5. La Crocefissione del 1460 ne è una forte testimonianza. I soggetti principali, in primo piano, non impediscono la fuga prospettica verso il fondo, che accoglie la magnifica veduta del Golfo di Messina, con la “falce” del porto e i piccoli isolotti delle isole Eolie in lontananza. Il paesaggio, in questo caso, non funge solo da sfondo, ma completa la visione con un forte messaggio rivolto ai suoi ricordi. La Crocefissione è un momento di dolore unito ad una grande devozione, sentimenti questi che Antonello ha sempre nutrito per la sua città.
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