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   Chiese & Palazzi a Palermo
    
Bullet7blu.gif (869 byte) Chiesa della Magione
     Bullet7blu.gif (869 byte) Palazzo Aiutamicristo.
     Bullet7blu.gif (869 byte) Palazzo Asmundo.
     Bullet7blu.gif (869 byte) 1 - La Chiesa di Santa Cita.
     Bullet7blu.gif (869 byte) 2 - La Pietà di Giorgio da Milano a Santa Cita.

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  La Chiesa della Magione
  a Palermo
   
     
     

Testo di Sergio Bertolami


 
Chiesa della magione o della ss trinita (Palermo)
 
Matthias Süßen - 21 Maggio 2007

 


 
da Wikimedia Commons
Denominata anche chiesa della Santissima Trinità, la chiesa della Magione fu fondata in età normanna, precisamente nel 1191 da Matteo d’Aiello, cancelliere del regno. Venne edificata unitamente alla contigua abbazia dell’ordine Cistercense; ma soltanto  sette anni dopo venne concessa all’ordine secolare dei Cavalieri Teutonici, essendo imperatore Arrigo VI. Quest’ultimo arricchì di proprietà, rendite e privilegi, la chiesa e l’abbazia, poiché egli stesso era uno dei confrati. La "Casa dei Cavalieri Teutonici" era anche la magione (di qui il nome) del precettore generale dell’ordine. Assolveva il compito di assistere la popolazione di lingua tedesca che si trovava nell’Isola.

Fin quando il predominio della corte tedesca valse sull’Italia, la chiesa della Magione ebbe un valido sostegno, che venne meno quando mutò la situazione politica e scemò di conseguenza l’importanza dei cavalieri Teutonici. Nel 1492 la chiesa fu loro sottratta e divenne Commenda, governata per quasi due secoli da abati commendatari. Infine nel 1787 passò sotto il patronato dei re borbonici.

Stilisticamente la chiesa si ricollega alla grande cattedrale palermitana, e per questo può essere considerata come "uno degli ultimi prodotti dell’architettura siciliana dell’età normanna di ascendenza fatimita" (Giuseppe Bellafiore).

All'esterno, le masse murarie, riquadrate da cornici rettilinee, e scandite da finestre ogivali incassate, si evidenziano nel corpo centrale della costruzione, le cui absidi riproducono  il motivo delle arcate intrecciate, tipico dell’architettura normanna. La facciata   è caratterizzata dalle ghiere bugnate dei portali e delle arcate che contornano sia i portali che le altre bucature a rincassi, come finestre e nicchie.

Il complesso originario ha subito modifiche nel corso del tempo, con manomissioni ed apposizioni. E’ il caso del prospetto principale liberamente reintegrato, con un arbitrario doppio loggiato, posto all’ultimo ordine, in stile neoclassico, ad opera del Valenti, quando si impegnò nei lavori di restauro nel 1920-24. Nel corso del secondo conflitto mondiale la chiesa venne semidistrutta dalle bombe; fu quindi restaurata nuovamente ed in parte ricostruita.

All’interno fortemente accentuato è il verticalismo, sottolineato nell'abside dal triplice ordine delle colonnine. Netta è la divisione fra navate e corpo del santuario raccolto intorno al coro, giocata su differenti livelli altimetrici, messi in risalto da svettanti arcate ogivali. Le bombe hanno distrutto la copertura a capriate lignee, dipinta con preziosi motivi decorativi islamici, oggi riprodotti.

Se le absidi della chiesa ricordano la cattedrale di Monreale, medesimo riferimento può essere fatto per il chiostro intorno al quale si sviluppa l’abbazia che sorge contigua. Ripete l’ordine rigoroso delle arcate a sesto acuto, a doppia ghiera ed archivolto, sorrette da colonne binate terminanti con eleganti capitelli. Del chiostro originario si conservano il lato meridionale e settentrionale, con pietre tombali quattrocentesche.
 
 

           

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