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Palazzo Asmundo,
il bel salone di rappresentanza
ornato degli stucchi barocchi. |
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Dopo che, per volontà del viceré Garcia De Toledo, nel 1567 fu
approntato lallargamento (e la rettifica) dellantica "strada del
Cassaro", molte residenze signorili vi si accentrarono, andando a formare le quinte
del nuovo asse viario che diede origine all'odierno Corso Vittorio Emanuele. |
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Nel 1615 un tal Dottor
Baliano iniziò quello che, ultimato solo nel 1767, sarebbe stato il Palazzo di Giuseppe
Asmundo, marchese di Sessa, in precedenza appartenuto alla famiglia Joppolo della famiglia
di S. Elia. |
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Una lapide ricorda Maria
Cristina, figlia di Ferdinando III, profuga da Napoli assieme al marito Carlo, duca di
Genova e di Sardegna. Unaltra lapide, posta sulla facciata principale attesta che,
in questo palazzo, nacquero le due sorelle Turrisi Colonna, Anna (1821) pittrice e critica
darte e Giuseppina (1822), poetessa.
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Alla fine del secolo XIX la
bellezza di Palazzo Asmundo viene descritta in un libro pubblicato a Milano per i tipi dei
Fratelli Treves (Sicilia, 1897) Il suo autore, il francese Gastone Vuiller, lo
racconta con toni romantici: "sulle pareti tinte di un verde pallido, delle volute
leggere si intrecciano capricciosamente e vanno a svolgersi sul soffitto in una cupola
ornata di pitture aeree. La bellezza decorativa di questa sala che era un alcova con tende
fittissime ermeticamente chiuse, mi sorprende".
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TESTIMONIANZE |
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Molteplici sono le testimonianze artistiche
che fanno di questo Palazzo uno dei più belli della Palermo Barocca. Basti
ricordare gli affreschi con allegorie di Gioacchino Martorana, pittore
siciliano del ‘700; gli arredi fissi e mobili, che formano delle vere e
proprie collezioni d'arte come quadri, cassapanche maritali del XVI e XVII
secolo, ceramiche siciliane, porcellane napoletane e francesi, ricami e
merletti. Queste testimonianze oggi costituiscono una interessante
esposizione che ripropone quella "Palermo Felicissima" esaltata dai
"viaggiatori", che in questo Palazzo negli anni vi hanno soggiornato. |
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Un visitatore
incantato
"Questo
evidentemente è un antico palazzo. La sua bellezza un po appassita dalla luce viva,
conserva tutto il suo splendore nella semi oscurità. Apro la finestra e mi avanzo sul
balcone che gira su tutto il piano e rimango abbagliato".
Gastone Vuiller (Sicilia, 1897)
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