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Palazzo Aiutamicristo, Palermo,
Facciata principale a destra del
portale |
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Bernhard J. Scheuvens
- Aprile 2007 |
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da Wikimedia Commons
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E uno splendido palazzo
del XV secolo oggi di proprietà della famiglia dei Baroni Calefati di Canalotti, che ne
sono venuti in possesso nel secolo scorso. |
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Il palazzo prende il nome da
Guglielmo Aiutamicristo barone di Misilmeri e di Calatafimi che laveva fatto
edificare, per utilizzarlo come residenza personale e della propria famiglia, tra il 1495
e il 1501. |
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Il
progetto della costruzione fu affidato celebre architetto Matteo Carnilivari, da poco
giunto a Palermo, ma di notevole fama. Sulla strada di Porta Termini, Carnilivari,
disegnò una struttura grandiosa, che venne realizzata solo in parte, a causa della spesa
così eccessiva tanto da superare la volontà dello stesso committente, che da tempo
sognava di realizzare a Palermo una "Domus Magna" tale da rappresentare
degnamente la propria ricchezza e facesse di questo palazzo una delle più ammirate
architetture della città. |
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Guglielmo Aiutamicristo,
banchiere di origine pisana, era stanco infatti di abitare nel castello arabo di
Misilmeri, paese di cui era il signore, volendosi trasferire nella capitale per meglio
condurre i commerci nellesportazione di formaggi e cereali siciliani, che lo avevano
arricchito nel giro di qualche decennio. |
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Nonostante la realizzazione
sia stata modificata rispetto ai disegni iniziali, il pregio architettonico e gli arredi
interni di grande ornamento e decoro, richiamarono a dimorare nel palazzo ospiti illustri.
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Comprensibilmente con la mancanza di specifiche strutture, nei
primi anni del secolo XVI vi albergò la regina Giovanna, moglie del re Don Ferrante di
Napoli;
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nel 1535 vi fu ricevuto limperatore Carlo V, preferendolo
al palazzo reale non adatto alla propria magnificienza;
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nel 1544 vi prese alloggio Muley Hassan, re di Tunisi, poco prima
di essere accecato dal figlio Ajaja;
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nel 1576 vi fu accolto Don Giovanni dAustria, fratello del
re Filippo II, vincitore della battaglia di Lepanto. |
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Nel 1588 Margherita
Aiutamicristo concesse in affitto il palazzo a Francesco Moncada, primo principe di
Patemò, per un canone di 390 onze annue. E il primo atto che porterà la famiglia a
distaccarsi da questo palazzo tanto ammirato, perché Moncada, ben presto chiederà, ed
otterrà, di tramutare laffitto in proprietà. |
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