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Cartoline della collezione Franz Riccobono
nella edizione riservata Carisme - Messina |
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Ancor prima di Basile, era intervenuto nella
ricostruzione di alcune dimore aristocratiche il genovese Gino Coppedè. Da questo
originale architetto pare siano stati progettati per famiglie messinesi ben quattordici
edifici, anche se oggi è possibile riconoscerne, esistenti, molti meno e spesso molto
menomati. I maggiori interventi a firma di Coppedè sono visibili lungo il corso
Garibaldi. Questo, a ridosso del fronte della Palazzata, era principale arteria del secolo
scorso. Quindi nellimmediata ricostruzione, fu qui che si concentrarono gli
interventi più prestigiosi. Oltre al palazzo del marchese Loteta, subito al nord del
Palazzo del Governo, lungo lasse rettilineo di questa strada sono da ricordare altri
due isolati progettati da Coppedè. Il meglio conservato, specie nelle ricche decorazioni
di facciata, è ledificio a nord della chiesa dei Catalani, mentre laltro
fabbricato, immediatamente a sud della chiesa, pur se dello stesso Autore, risulta
trasformato dai rifacimenti seguiti ai danni nel secondo conflitto mondiale. Risalendo
lantica via I Settembre si giunge a piazza Duomo, opera dellarchitetto
genovese. Questo primo gruppo presenta caratteri omogenei sia pur nella diversità dei
disegni e del decoro, sempre ricollegabile a quelleclettismo fortemente ispirato a
linee medievali. Costante la presenza del graffito, limpiego dei ferri battuti e la
copertura con grondaia fortemente aggettante. |
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Particolare delle decorazioni di uno dei palazzi
realizzati da Gino Coppedè lungo la via Garibaldi. |
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Quasi tutti questi edifici hanno subito, oltreché
modifiche, una o più sopraelevazioni, mentre in origine, anche in osservanza alla
normativa al tempo vigente per gli edifici privati, non superavano gli 11 metri fuori
terra. Altri esempi de "super decoro" caro al gusto del Coppedè sono leggibili
in due edifici da lui progettati a Messina: Palazzo Costarelli e Palazzo Tremi. Il primo
quasi "scarnificato" dopo i bombardamenti angloamericani, si trova nella parte
bassa di via Tommaso Cannizzaro, nellisolato monte dellAlbergo Royal; il
secondo, che copre larea dun intero isolato, si trova lungo la via S. Cecilia
allincrocio con via Centonze. Questultimo, detto anche "Palazzo del
Gallo", presenta caratteri diversi dagli edifici precedenti. Le linee sono più
rigide e i volumi più ampi anche se il decoro resta predominante, quasi un fronte
ininterrotto. Tale esigenza decorativa, esasperata nelle opere del Coppedè è
corrispondente al gusto dannunziano del tempo, incontra grande favore nella riedificazione
della città dello Stretto. I suoi abitanti tentarono così di recuperare, almeno in
parte, il prestigio delle antiche dimore messinesi ( palazzo Grano, palazzo la Corte)
prostrati come erano dalla circostante città baraccata. Tentativo e volontà dichiarate
come nel caso della nuova casa Cianciafara, (via Placida angolo Via S. Liberale) in cui il
superstite ed eclettico Filippo, ridisegnerà di suo pugno la facciata, ispirandosi e
riproducendo in cemento i caratteri peculiari, da lui ricordati, della città
preterremoto. La tendenza al recupero (anche se in scala ridotta) del patrimonio
architettonico perduto dura sino agli anni Trenta e si manifesta, leggibile ancor oggi, in
decine se non centinaia di episodi specifici.
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Per saperne di più
Per gentile concessione degli autori, pubblichiamo
testo e immagini apparsi con il titolo di "Decorazioni borghesi" nella serie
"Il tesoro dell'Isola" N.43 - Palermo nel 1989 - Novecento Editrice,
supplemento del 03.11.1989 del "Giornale di Sicilia". Per sapere degli altri
interessanti argomenti, tutti rivolti alla scoperta del patrimonio siciliano, è possibile
rivolgersi a
Novecento Editrice - Via Siracusa, 16 - 90141 Palermo Tel. 091323513 - 091587417. |
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