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   Centri storici: Novara di Sicilia
    nascita del primo nucleo medioevale

    
Bullet7blu.gif (869 byte) Le correnti migratorie medioevali
     Bullet7blu.gif (869 byte) L'abbazia di Santa Maria la Novara
     Bullet7blu.gif (869 byte) L'abbazia basiliana trasformata in cistercense 
     Bullet7blu.gif (869 byte) Con il castello nasce il primo nucleo abitato
     Bullet7blu.gif (869 byte) Il borgo si sviluppa attorno alla Chiesa Madre
   
     
     
  Luoghi da conoscere
    NOVARA DI SICILIA
 

Per saperne di più  

 
   
 
   Le correnti migratorie
   medioevali
   
     

Testo di Sergio Bertolami
Fotografie di Sebastiano Occhino

   

 

 

Lo stemma del Paese è un albero di noce 
da cui deriverebbe il toponimo di Novara
 

Sebastiano Occhino  




 

Quando nel 1091 è completata la conquista della Sicilia, Ruggero I avvia un processo di rilatinizzazione. La classe dirigente è scelta fra elementi non isolani: normanni e francesi, ma soprattutto italiani del nord detti comunemente “ lombardi”. Che qualcuna di queste colonie lombarde si sia fermata nel territorio novarese non vi è dubbio, poiché lo dimostrano sia il cognome “Lombardo” appartenente a famiglie locali, sia l’idioma che a detta di alcuni storici, fra i quali Vito Amico, si manterrebbe, anche se corrotto, nell’attuale dialetto. Inoltre Michele Amari, nell’elencare “una trentina di nomi di comuni, che si riscontrano consimili in terraferma”, cita in una nota il nome di Novara accanto alla Novara di Piemonte. 

Di Pietro afferma che alla venuta dei lombardi il paese avesse “già gettate le fondamenta” e che a partire da questo momento comincia ad ampliarsi. Crediamo, al contrario, che i lombardi, che agli inizi del XII secolo penetrarono fino nel territorio  novarese, lo trovarono scarsamente abitato e fortemente impoverito dalla guerra sopportata. D’altra parte ciò è dimostrato dal fatto che questi nuovi venuti altro non erano che dei colonizzatori, i cui ceti inferiori si occuparono di assestare una agricoltura in decadenza, dopo le lotte di conquista. I ceti superiori lombardi composero, da parte loro, le fila della nuova amministrazione normanna.
Ruggero II “sia perché voleva espiare i passati errori, sia per secondare l’impulso del suo cuore magnanimo, iniziò  la costruzione di una serie di monasteri e di  chiese”. Così riportano gli storici locali.
In effetti lo scopo di Ruggero II era nel contempo religioso e politico, poiché queste nuove fondazioni, servivano a colonizzare e a ripopolare i territori dopo gli esodi volontari o coattivi che si erano verificati durante la compagnia di conquista e che avevano  determinato una grave depressione demografica all’interno. Ai conventi e alle chiese donò ampi benefici, consistenti in fattorie, boschi, cave, greggi, da sfruttare a proprio vantaggio. Ma donò anche villani perché si occupassero della coltura delle terre da tempo abbandonate e degli animali. 
 
 

       

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