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Nell'attuale Girgenti, nulla più della ricchezza, dello splendore per cui Pindaro chiamava Acragas "locchio della Sicilia". Dal lato del mare essa presenta un aspetto pittoresco, ma nell'interno le vie sono per lo più irregolari, anguste, scoscese; e l'apparenza della gente che vi dimora, e il sole che vi risplende sopra le terrazze e i casini, vivamente fanno ricorrere col pensiero al continente nero, che incomincia tosto al di là dell'estremo orizzonte. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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In cima alla città domina la cattedrale, che in poca parte conserva il suo antico stile (secolo XIV), in parte massima fu rimodernata e con ciò guastata. Quel che ha di meglio, all'esterno, è il campanile, sebbene incompleto; nell'interno v' è qualche opera d'arte da ammirare - specialmente una Vergine di Guido Reni - ma sopratutto fa meraviglia la stranissima acustica, poiché dal cornicione al di sopra dellaltar maggiore si odono distintamente le parole che si pronunzino sulla porta maggiore alla distanza di trenta metri. Da vedete, nei locali annessi al tempio, un celebre sarcofago con stupendi bassorilievi, il tesoro, un magnifico vaso greco-siculo, varie pergamene del tempo dei Normanni. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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