|
|
|
1/7 |
|
|
|
|
|
Messina '800, Duomo. Facciata della cattedrale
secondo l’ultimo restauro prima
del terremoto del 1908. |
|
|
|
|
|
|
Dal punto
culminante (525 metri), detto il Telegrafo, o colle di San Rizzo, si vede stendersi giù
al basso, lontano, lo Stretto di Messina; si vede a sinistra il Faro, di fronte Scilla,
poi San Giovanni, innumerevoli villaggi, a destra Reggio e, come sotto i piedi, Messina,
col suo porto falcato, la sua palazzata le sue innumerevoli chiese. |
|
La strada discende in una vallata
profonda e sinuosa, lasciando a sinistra lAbbadiazza, convento normanno di bella
architettura, ma molto rovinato. |
|
Vaga sultana
di possente impero,
in molli curve si distende a londa
lattorta Zancle, libera gioconda,
come scossa da un fremito guerriero.
|
Si distende al sole, Messina, tutta
bianca, coi tetti piani, sparsa di cupole moresche e con le cime dei campanili stranamente
acuminate; si distende sul mare e sale sui monti, che, scabrosi e con un profilo
irregolarmente dentato e solcato; dalle spaccature profonde, taglienti e irti delle valli,
si ergono fino al promontorio, all'apertura dello stretto. |
|
È un biancheggiante formicaio di
case, somigliante, se lo si guarda dal mare, a un mucchio di calcinacci. Laggiù, alla
marina, l'occhio si ferma con ammirazione sui palazzi, che in lunga, uguale e magnifica
fila incorniciano il porto: una cornice quale non potrebbe sognarla il più ingegnoso
architetto. |
|
Dopo il 1783, quando la città
risorgeva dai rottami e dalle rovine, il governo ordinò, dice lo Scbneegans, che fosse
fabbricata questa palazzata. In quel tempo era chiamata "l'ottava meraviglia
del mondo", e invero meriterà una tale denominazione quando un giorno sia finita,
quando nessun vuoto interrompa la magnifica continuità di codesta fila di palazzi
colonnati, costrutti con la stessa pianta, da un lato all'altro del porto. |
|
Ben difeso dietro a una lingua di
terra, che a modo di falce s'incurva nel mare, e di là ritorna nello stesso modò, questo
di Messina è il più largo, il più profondo, il più sicuro porto di tutto il
Mediterraneo. Il suo aspetto è quello dell'orlo superiore d'un cratere vulcanico, ora
spento e bagnato dalle onde. |
Un castello merlato, vecchia
cittadella fabbricata secondo il sistema Vauban, un faro massiccio e pesante, danno
armonioso compimento al quadro. Forse il castello non serve più, oggi, come opera
militare, ma è necessario per l'ornamento del porto. |
|
|
|
|
|